Un Festival destinato a passare alla storia dello spettacolo, solo per il momento assurdo che l’umanità sta attraversando. Un Festival dove tutto è permesso e tutto sembra nuovo, forse lo è.
Ad Amadeus e Fiorello va riconosciuto il merito di aver riempito il Teatro Ariston con quel clima tipico della festa.
Non sono mancate le critiche anche se fanno parte dello spettacolo in essere.
Un Teatro vuoto e pure la musica ed i suoi interpreti hanno saputo dare vita allo spettacolo che come se ignorasse questo: “tempo sospeso” che stiamo vivendo si è rappresentato. The Show Must Go On, citando Freddy Mercury.
Tanti i monologhi che hanno descritto la fragilità dell’essere umano da Elodie che con voce singhiozzante ricorda un passato ai margini della società per continuare con Giuliano Sangiorgi che con abilità e delicatezza descrive il Sentire: “C’è un momento esatto in cui le parole, quelle da sole, non bastano a dire, per davvero, tutto quello che pensiamo e sentiamo. Il pensiero, come l’oceano, non lo puoi confinare. E allora in questo mare così grande, così maestoso e continuamente in tempesta, ma pur sempre troppo piccolo per contenere il pensiero tutto, c’è un posto che galleggia leggero, leggerissimo sulle nostre vite, un’isola felice, che riesce a farlo, e lì, pensieri e parole nuotano liberi, vanno giù in profondità, negli abissi più remoti a scandagliare con il loro radar fondali mai attraversati prima, per poi risalire, carichi di tanti altri colori e tante altre vite.” ed ancora Alessandra Amoroso per i lavoratori dello spettacolo e Fiorello che stempera con stile da fuoriclasse le sfaccettature della società attraverso un’ironia mai banale.
A Vincenzo Mollica rivolgiamo un grazie per tutto quello che ha saputo raccontare con la sua delicata classe ed eleganza e per quello che nonostante l’essere in pensione, racconta.
Bilanciato anche il cocktail tra interpreti storici e nuove proposte che hanno saputo giocare la propria opportunità per farsi conoscere su un palco che ha dato notorietà a numerosi volti noti della musica contemporanea.
Non finisce qui, come in ogni buona competizione adesso bisognerà sentire cosa ne pensa il grande pubblico. Attraverso le classifiche di vendita che d’abitudine smentiscono sempre quella ufficiale del Festival e rimettono in gioco le canzoni.