E’ fra le figure più interessanti dell’indie rock italiana. I primi esperimenti sonori, nel 1983 con i Moda, successivamente il periodo da solista dove stabilisce delle collaborazioni con Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli. E’ il periodo che chiama della “rinascita”.
Inoltre nella ricca lista di collaborazioni interessanti è quella con David Sylvian del 1996.
Il suo nuovo lavoro è composto da CD+DVD danza e musica per “ChimentiDanzaSilenda” (2008 – Santeria). Un lavoro che vede l’Artista sperimentare le proprie canzoni insieme ad una compagnia francese di danza contemporanea dal nome Silenda. Il cd abbraccia la carriera di Andrea riproponendo alcuni suoi classici.
Al microfono di Patrizio LONGO, incontriamo un noto personaggio della scena indi italiana, che ad un certo punto della sua vita decide di fare un po’ il proprio resoconto musicale: Andrea Chimenti!
Ciao Patrizio, un saluto a tutti!
Il tuo nuovo lavoro, “ChimentiDanzaSilenda”, è un modo per guardare al passato, a quello che si è fatto, con una visione del futuro?
Sì, credo che dopo quasi vent’anni di musica sia arrivato il momento di fare il punto della situazione, e vedere quello che si è fatto. Spesso non ci si rende conto di quello che si è fatto negli anni. Quindi ci si ferma, e ci si chiede: «cosa ho messo insieme?» Così si cerca di creare e di mettere insieme le cose migliori. Così è nato “ChimentiDanzaSilenda”.
La tua musica, quando non direttamente, ha sempre abbracciato le forme espressive dell’arte, della poesia, della letteratura, della danza, delle contaminazioni tra questi generi. Ci racconti del nuovo lavoro, che include sia un cd che un dvd, con contenuti extra?
In realtà il centro di questo lavoro è il dvd, non tanto il cd. Quest’ultimo è venuto da un’idea successiva, ed è una compilation delle mie canzoni. Il progetto è nato da Fernando Maraghini e Maria Erica Pacileo, che sono due registi che hanno pensato di unire la mia musica con la danza di questa compagnia francese che si chiama Silenda, che già si trovava a lavorare sulle mie basi. Si trattava di accostare la loro gestualità – che è quella di una danza di ricerca, anche abbastanza estrema sotto certi aspetti – alle mie sonorità. Così sono state scelte 14 canzoni su cui Silenda ha mosso i suoi passi.
Quali difficoltà avete incontrato nel creare questo sodalizio tra musica e danza, se ne avete incontrate?
Non abbiamo incontrato difficoltà, è lì il bello. Credo che quando ci sono delle collaborazioni vere che non nascono da decisioni prese a tavolino, ma in modo spontaneo, tutto avviene sempre con molta facilità. Mi è capitato d’incontrare collaborazioni difficoltose, di solito son quelle che si dovrebbe avere il coraggio di bloccare sul nascere: si capisce subito se una collaborazione è buona o meno, proprio a partire dalla semplicità con cui si sviluppa l’energia. Così è stato con Silenda, con l’accostamento del loro lavoro ventennale con la mia musica. È stato tutto molto semplice. Grande bravura anche da parte di Fernando ed Erica, che hanno saputo accostare le due cose.
Un esperimento che ha dato buoni risultati, questo abbinamento tra musica e danza?
Sì, molto positivo. Infatti ci sarà un seguito. Tra breve partirò per la Francia, resterò in Normandia per un mese per lavorare alla colonna sonora di un film, sempre con la compagnia di danza Silenda. Lavorerò con Damiano Foa ed Olivier Du Bois, che in Francia è considerato un astro nascente della danza. Realizzeranno un film sperimentale con la mia colonna sonora. Quindi direi che la nostra collaborazione ha soddisfatto tutti, tanto da portare a questo seguito.
Guardando al passato, al periodo post-Moda ed alla tua carriera da solista, mi daresti due aggettivi che descrivano la tua collaborazione con Gianni Maroccolo e con Francesco Magnelli?
Userei una sola parola: rinascita. In quel periodo mi sentivo sperduto, come sempre accade quando si lascia un gruppo, e sicuramente l’apporto di Gianni Maroccolo e di Francesco Magnelli ha segnato la mia rinascita, ed il mio tentativo di continuare a fare della musica per conto mio. Come tutte le nascite, che sono sempre dolorose, non è stato facile i primi tempi. Però poi, piano piano, si è delineata una strada. Sicuramente anche grazie alla loro collaborazione.
A proposito di comunicazione, nel 2005 hai abbracciato anche l’editoria, scrivendo un libro. Pensi che il progetto “ChimentiDanzaSilenda”, con la sua complessità, possa diventare un racconto in un prossimo libro?
Lo scrivere è una cosa che mi affascina molto, perché mi trovo scrittore – se non altro – di testi di canzoni da svariati anni. Sicuramente ad un certo punto scatta anche la molla di provare a cimentarsi con qualcosa di un po’ più impegnativo, e di riuscire a mettere insieme una storia un più lunga, che abbia un’inizio, una fine ed uno sviluppo più ampio di quello di una canzone. Per quanto riguarda “Chimenti Danza Silenda”, è un’esperienza che forse potrà avere un suo riscontro scritto, come tutte le esperienze forti. Pensa che questo film verrà realizzato con una grande scenografia che è già stata realizzata, ma i danzatori non sanno ancora cosa dovranno fare: non esiste una trama; tutto nasce spontaneamente, sul momento. Ed io dovrò essere lì durante le riprese, perché la musica dovrà nascere in contemporanea alle immagini. Spero che tutto questo sia, in seguito, d’ispirazione per altre cose.
Un lavoro decisamente emozionale…
Sì, esatto!
Andrea, ti ringrazio della disponibilità. Un mega in bocca al lupo per questa nuova avventura!
Grazie, a presto!
Alla prossima!
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