L’ispirazione arriva da un graffitaro che suggerisce un nome ai Polish Child i quali ne appropriano e decidono di svoltare cantando in italiano.
Incontriamo Andrea Virga dei Maxpicchiatoda3 per raccontare di questo universo imperfetto.
Bentrovato Andrea?
Grazie, anche a nome di Max.
Perché descrivete il vostro universo come “imperfetto”?
Perché attraverso le nostre canzoni vogliamo descrivere la nostra realtà, ben lontana dalla perfezione che ci viene propinata ogni giorno dalla televisione,dalla pubblicità ecc. Insomma,nella vita si cade,si lotta,ci si fa male,si sbaglia in poche parole si è imperfetti.
Quale il filo conduttore che vi ha portato a scrivere questo disco dall’omonimo titolo?
Questo disco è nato dall’esigenza di fare qualcosa di “serio” con la musica. Ci siamo detti”ok, fino adesso abbiamo cazzeggiato con l’inglese, cerchiamo di costruire qualcosa che sia più comprensibile e che ci rappresenti di più”.e così abbiamo fatto.
Come vi siete incontri, quali le affinità?
Siamo amici di vecchia data e il punto d’incontro e sempre stata appunto la musica. Oltre a suonare assieme andiamo spesso a vedere concerti assieme, discutiamo molto di musica. Siamo ossessionati dalla musica.
Adesso parliamo dei vostri ascolti?
Ascoltiamo un po di tutto, dal rock classico all’hip hop. Ci teniamo anche molto aggiornati sul panorama indie italiano Perché è bene conoscere il proprio ambiente.
Maxpicchiatoda3 prossimamente nei negozi di dischi ci rivelate un anteprima?
Un disco molto trasversale, melodico ma anche incazzato al punto giusto. Perché si può anche alzare la voce mantenendo la classe.
Perché Maxpicchiatoda3?
Avrà fatto qualcosa per meritarselo.
Perché una rosa in copertina?
Perché durante la lavorazione del disco siamo stati letteralmente assediati dai venditori di rose nei locali. In realtà ci assediavano anche i venditori di scimmiette di peluche ma alla fine abbiamo optato per la rosa.
Nel booklet c’è una foto che vi ritrae molto sorridenti, sembra che pensiate alla stessa cosa e vi diverta parecchio?
Semplicemente il fotografo Stefano Bozzetta era nudo durante lo scatto.
Foto: Stefano Bozzetta