Lock and Key un lavoro di analisi ma anche di atmosfere che suonano dal dal nu-soul al nu-jazz. Sonorità avvolgenti, morbide, da club. Queste le note del nuovo disco per Amana Melomè che presenta un EP ricco di emozioni, un viaggio che spazia dall’analisi profonda dell’esistenza al mito di Icaro.
Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Amana, bentrovata?
Molte grazie!
Un Album introspettivo che racconta e descrive i tuoi stati d’animo?
Si, mi sono resa conto che con il tempo sta passando e con esso anche la paura di abbassare le mura emozionali così da poter condividere anche più me stessa. Mentre il mio primo disco “Indigo Red” e’ pieno di racconti che dipingevo poeticamente con Lock and Key ti parlo direttamente, siamo come in una conversazione dove mi apro di più anche su argomenti meno allegri o romantici. Per questo penso siano più’ evidenti di prima i miei stati d’animo.
Lock and Key, un gioco di parole?
Sarebbe il lucchetto e la chiave. Dopo aver scritto la canzone dallo stesso titolo ho deciso che mi piaceva come statement, l’idea che siamo completi, decidendo se chiudere o aprire le porte per noi stessi, decidendo quale prospettiva scegliere con le cose della vita e renderci così felici o infelici…capire, insomma, che dentro di noi abbiamo siail lucchetto che la chiave per aprire una porta o chiuderla. Mi accusano di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno haha!
Anche la storia di una figlia che ritrova il padre?
Si, con One By Blood. Non avevo visto mio padre biologico dall’eta’ di 2 anni e l’anno scorso ci siamo conosciuti per la prima volta. E’ stata una esperienza bella ma strana, felice ma anche triste..ricca di molti e diversi strati emotivi.
Quanto ti affascina la mitologia, in particolare quella greca, visto che dedichi un brano alla storia di Icaro?
La mitologia mi affascina molto da quando sono piccola. Avevo anche un’enciclopedia delle creature mitologiche! In questo brano, Icarus, il racconto e’ in prima persona ed il sole in un certo modo rappresenta la fama, attraente ma che può bruciare.
Quali gli ascolti di altri artisti che ti hanno portato alla stesura dei brani?
Ascolto sempre una varietà di generi e di artisti… da veterans come Billie Holiday e Nina Simone (sempre) a Sam Smith, Rhye, Laura Mvul, Selah Sue, Little Dragon, Bruno Mars, Sia, Rob Glasper, Imagine Dragons e i Disclosure…potrei continuare all’infinito!
Come sono state scelte le collaborazioni?
É stata una collaborazione in-the-making (in processo?) nel corso degli anni. Ho conosciuto Itai (Shapira) tanti anni fa’ quando lavorava al mio negozio di dischi preferito a Los Angeles era, ed e’ tuttora, anche un musicista straordinario ed abbiamo sempre mantenuto quel desiderio di lavorare insieme musicalmente. Finalmente si e’ presentata l’occasione perfetta e ho deciso di assumere Itai ed Adam anche sentendo i loro lavori fatti recentemente con Aloe Black e Rhye etc…m’ispirava il mondo che riescono a creare, un po’ retrò e un po futuristico. Sono felicissima del risultato!
Qual’è il tuo artista di riferimento?
Nina Simone.
Sei autodidatta? Si ma sono fortunata perché ho il jazz che mi scorre tra le vene, sono cresciuta ascoltando tanta bella musica in casa. Mi ha sempre intrigato la sfida di fare le cose da sola, imparare, cercare di capire, esplorando con la voce diversi stili e ritmi. Non si smette mai di crescere e d’imparare!
Quali sono gli hobby o interessi oltre la musica che forse sorprenderebbero il pubblico?
In realtà mi piacciono tutte le forme di arte che sono tutti mezzi per esprimersi e raccontarsi senza l’utilizzo delle parole. Adoro ballare, scrivere, dipingere, fare ceramica…ed essere creativa in cucina! Otre questi mi piace molto essere nella natura e fare trekking.
Foto: Myra Vides