Ironia, rime baciate e quotidianità, questa l’essenza di Mi conosco dalla nascita (2015 – Irma Records) il nuovo lavoro per Modern Foca. Incontriamo Antonio Schiano e Mirko Iapicca per raccontare di questa avventura, bentrovati. Buongiorno a tutti! A bimbi, anziani e persone di media età. Un disco che suona di numerose infiltrazioni dal rap ai sintetizzatori ma anche ironia e leggerezza. Un modo per meglio affrontare la realtà?

Sì, diciamo che non solo nella musica ma anche nella vita di tutti i giorni cerchiamo di affrontare con ironia quello che ci succede e proviamo a non prenderci troppo sul serio. E’ un disco che non vuole contenere virtuosismi o fingersi espressione di un cantautorato impegnato, anzi! Quello che vogliamo è raccontare delle situazioni comuni cercando di strappare una risata e chissà una piccola riflessione (ma piccola eh!, non spingiamoci oltre).Perché tutto ciò? Perché di tragedia ne abbiamo già abbastanza e desideravamo davvero fare un album dove chi lo ascolta non abbia l’impulso di piangere fino al 2040, o almeno questo era l’intento!

Modern Foca… quale l’idea per questo nome?

É un nome che ovviamente non ha un reale significato. Ci piace la modernità e ci piace la foca, quindi perché non unire questi due aspetti in un unico nome?

Chi ce lo vieterebbe?! Poi è anche vero che, se pronunziato velocemente, il nome ricorda l’espressione american – english “motherfucka” ma, come si direbbe nei film, è forse puramente casuale?

Mi conosco dalla nascita, un album, scritto per l’occasione oppure canzoni che avevate già scritto?

É in realtà un esperimento, un album che si è creato in corsa. Noi ci siamo avvicinati a questo tipo di sonorità e di linguaggio nel momento stesso in cui abbiamo iniziato a lavorarci e abbiamo pensato “Proviamo a fare qualcosa di facile comprensione rivolto a tutti, liberiamoci della puzza sotto il naso e vendiamoci ai più!” I brani sono nati qualche tempo fa e alcuni di loro hanno quindi pregi e difetti di chi, come noi, inizia a relazionarsi a una realtà che prima non conosceva in profondità. Abbiamo voluto inserire i brani che ci convincevano di più ma anche quelli sui quali, ora come ora, possiamo avere dei dubbi, in quanto sono comunque espressione di un percorso. Ci sentiamo come un bimbo che inizia ora a camminare meglio ed infatti, anche rispetto a questo album, stiamo sviluppando una maggiore consapevolezza delle realtà che affrontiamo e di quello che vogliamo a livello musicale; applausi!

Parlando dei vostri inizi: appassionati di musica?

Ognuno di noi arriva da un background differente e da gusti, o non-gusti, diversi. Fortunatamente la pensiamo in modo analogo in tema musicale e siamo aperti a tutto, senza pregiudizi. Mirko è sempre stato vicino alla vasta realtà del mondo post-rock, grunge e Anto a quello dell’”elettronica” in tutte le sue espressioni fino alla disco music e l’universo pop. Amiamo davvero ascoltare musica di ogni genere, da quella che puoi sentire esaltata dalla bocca di critici intellettuali e filosofi moderni fino al mondo del “Trash” e di tutti quei brani che verrebbero catalogati come “di cattivo gusto” o di “bassezza morale e artistica” Abbiamo intrapreso un percorso insieme dove si sono fusi i nostri interessi, iniziando con un progetto che si chiamava Kiss My Cool ( vicino alle sonorità di un’elettronica easy listening/ deep house; per intenderci liberamente ispirata da artisti come Ellen Allien, Kalkbrenner, Telefon Tel Aviv etc) fino ad arrivare ai Modern foca, dove cerchiamo di racchiudere tutto quello che ci piace.

Il lavoro ha diversi rimandi dal rap alla melodia non lasciando da parte le numerose sfumature di altri a stili di canto. La scelta di abbracciare questi numerose tecniche è stata voluta?

Come dicevamo il progetto Modern Foca è piuttosto recente, tanto che ci siamo quasi unicamente dedicati alla produzione in studio. Di conseguenza quello che è nato deriva dalla curiosità di sperimentare varie modalità espressive e sound differenti. É un’idea che vorremmo mantenere anche in futuro; evitare di arrivare a un’unica identità ma cercare di variare e lasciarsi influenzare da quello che più ci va. E’ anche vero che il desiderio può essere quello di trovare un proprio stile e un sound unico ma per questo è necessario un tempo ancora più ampio e un’esperienza che ancora non abbiamo o, chissà, non avremo mai e forse non saremo mai così soddisfatti da dire: ok “questo” siamo noi!

Dai vostri curriculum si evincono numerose esperienze in studi di registrazione. Cosa vi hanno dato queste esperienze?

Molto dolore e frustrazione..si scherza ovviamente. Sì, siamo entrambi ingegneri del suono – questo lo diciamo quando vogliamo menarcela un pò – e lavoriamo dunque nel settore “audio e musica” su più aspetti. Per quanto riguarda i lavori in studio è Mirko il più esperto ed infatti è prevalentemente lui che si occupa dell’arrangiamento dei brani e del mix nel progetto Modern Foca. Ha avuto l’onore di lavorare a Roma al Forum Music Village con “artistoni” di fama internazionale, da Morricone a Mina, poi – e non vi è spiegazione direte voi – ha deciso di lavorare con Anto e portare avanti il progetto Modern Foca!

Il futuro dei Modern Foca?

Tentare di sopravvivere innanzitutto! E poi sviluppare il progetto in modo che possa sempre di più essere espressione di tutte le sfaccettature della nostra personalità; stiamo cercando di correggere quelli che riteniamo siano i punti deboli e di evolverci sia negli argomenti trattati sia nelle modalità con cui essi vengono raccontati. Siamo già al lavoro su nuovi brani in cui la vena ironica rimane ma con quell’amarezza velata che ci piace tanto. Ci stiamo avvicinando al racconto di situazioni meno leggere e spensierate rispetto a quasi tutto il primo album e stiamo tentando di tirare fuori riflessioni di maggiore consistenza così da andare in qualche salotto televisivo a fingerci colti e sapienti. Standing ovation!

Foto: Ufficio Stampa

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