“Dovessi mai svegliarmi” il vostro secondo album. Da cosa “svegliarsi”?
Volevo fortemente che il titolo di questo nuovo album fosse una frase in prima persona e “Dovessi mai svegliarmi” mi è parsa da subito una scelta interessante.
Per quanto mi riguarda essa è riferita al desiderio di non interrompere certi sogni ad occhi aperti che spesso vanno a braccetto con una buona dose di incoscienza; per esempio quello di avere una vita soddisfacente ed appagante, nonostante i numerosi ostacoli.
Parliamo ancora del lavoro in cui accludete un booklet con contenuti e commenti al disco. Una sorta di guida all’ascolto?
Ci affascinava tantissimo l’idea di coinvolgere per questo disco alcuni degli scrittori italiani che leggiamo e che apprezziamo. abbiamo quindi contattato chi ci sembrava sulla carta maggiormente in linea col nostro progetto proponendo, previo ascolto del nostro nuovo materiale, di regalarci uno scritto inedito ispirato dall’album, da una canzone, da un mood particolare, scritto che avremmo poi inserito nel booklet con l’obiettivo di confezionare un qualcosa di diverso dal solito, di originale e, possibilmente…emozionante. Hanno risposto e di conseguenza partecipato al progetto Violetta Bellocchio, Francesco Dezio, Paolo Nori, Marco Mancassola, Gianluca Morozzi, Marco Missiroli, tutti con interventi che regalano prospettive diverse e affascinanti alle canzoni del disco.
Quali sono stati i vostri ascolti?
Beh, copiosissimi nel corso del tempo…intorno ai 13 anni si è iniziato coi i cantautori (degregori, graziani ecc.) presto siamo rimasti folgorati dall’ondata “brit” con i vari gruppi shoegazer e di area “madchester” e non. Io personalmente sono un fan incredibile dei R.E.M., dei Beach Boys di “Pet sounds”, dei Pixies, di Elliot Smith, degli Smiths, potrei citare almeno 124.659 altri Artisti. In generale siamo cresciuti con il Rock indipendente Anglo-americano.
Come mai la scelta di distribuire il nuovo singolo attraverso lo myspace?
Ci sembra ovvio e necessario che un gruppo come il nostro si avvalga delle possibilità che offre oggi la rete per distribuire e far conoscere la propria musica. Ormai vendere dischi è una categoria dello spirito piuttosto in disuso. Noi prendiamo atto della cosa e, per quanto continueremo a farne uscire, ci serviamo e ci serviremo di internet per comunicare con la gente. Per noi non ha alcun senso mettere nei negozi “Automatici” e lasciarlo in preda alla polvere… preferiamo regalarlo on-line a 20.000 persone che probabilmente verranno poi a vederci dal vivo…
Volendo tracciare una linea di comunicazione fra il vostro primo lavoro Numero6 ed il secondo. Quali punti comuni troveremmo?
“Iononsono” (uscito nel 2004) è stato, di fatto, oltre che il primo disco dei numero6 anche “l’ultimo dei laghisecchi” (la band dalla quale vengo e da cui è poi nato questo nuovo progetto). Dico questo per esprimere il fatto che in quel Album alcune idee che adesso abbiamo focalizzato forse meglio erano ancora in via di definizione. Il mio modo di scrivere non è cambiato drasticamente anche se per “Dovessi mai svegliarmi” ho provato ad essere più diretto nei testi e musicalmente; 3 elementi hanno lasciato la band, questo è un altro aspetto importante perchè adesso suoniamo con altre persone. Credo anche che sia maturata in noi una maggior consapevolezza dei nostri mezzi espressivi, dei nostri limiti e una miglio capacità a livello di produzione artistica. Detto questo reputo “Iononsono” un disco più che buono…
La scelta del nome ha un riferimento con al letteratura fine anni ’70?
Il nome numero6 è riferito alla serie televisiva “the prisoner”, un telefilm di culto scozzese della fine degli anni sessanta. Consiglio a tutti di documentarsi e di procurarsi i dvd di questo Serial, davvero geniale e premonitore… C’è poi un riferimento, più o meno metaforico, al ruolo del “libero” calcistico vecchia maniera, che indossava la maglia numero6 appunto.
La vostra musica potrebbe essere definita rock (frizzante)?
Chiunque può sentirsi libero di definire la nostra musica come meglio crede. Noi ci limitiamo a scriverla e a produrla dando il massimo, con onestà e passione. Siamo consapevoli del fatto che una volta pubblicata essa diventa di tutti… Ci si espone con i rischi del caso.
Se vi dovessero proporre di collaborare alla realizzazione di una colonna sonora. Con quale registra vorreste collaborare?
Sarebbe un’esperienza stupenda, per dei cinefili come noi…A livello italiano rispondo senza esitazioni Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Per quanto riguarda l’estero beh, il massimo sarebbe la reincarnazione di Orson Welles ma ci “accontenteremmo” di Sophia Coppola, Lars Von Trier, Gus Van Sant, Spike Jonze…devo continuare?..;)
Nella scena internazionale a quale band vi sentite affini?
A tutti quegli artisti che scrivono musica partendo da una pulsione irrefrenabile e onesta. A tutti quelli che lo fanno con umiltà e con volontà di mettersi in discussione e condividere con altri le proprie creazioni, magari con la genuina ingenuità di voler cambiare il mondo con un ritornello… Non mi va di fare un nome in particolare.
—
link: www.numero6.com