Dove nasce il nome Superpartner?

Il nome mi è stato suggerito da Gianluca De Rubertis degli Studiodavoli. Non assume nessun significato in particolare, è stato scelto perché suona bene e perché ha un buon impatto estetico.

Perché il vostro primo cd è registrato in camera da letto?

Perché per una questione economica non potevamo permetterci di registrare l’intero demo in uno studio di registrazione. Nella mia camera da letto ho un vecchio pc che uso quasi esclusivamente per fare musica, e un comunissimo impianto hi-fi. Le parti strumentali di “Microfilm” sono state registrate con questi mezzi, senza un mixer. Per le voci invece ho rinunciato a bere qualche birra per due – tre sere e ho pagato lo studio per mezza giornata. E’ necessario fare dei grossi sacrifici a volte.

“Pink Girl” il nuovo lavoro. Un riferimento alla Francia di Gainsbourg?

“Pink Girl” è uscito su CdR a Luglio, contiene il singolo “Pink Girl”, un remix e un videoclip girato in sala prove. E’ stato registrato e mixato da Stefano Manca al Sudestudio di Campi S.na (LE) in un paio di giorni. Nessun riferimento a Gainsbourg, “Pink Girl” parla di una ragazza un po’ ribelle che veste spesso di rosa. Di “Pink Girl” è da poco stato pubblicato su myspace un nuovo remix, a cura di Riccardo Schirinzi (Studiodavoli), in arte Die!gestive.

Avete condiviso il palco con diverse realtà indie della scena internazionale. A quale vi sentite più vicini?

Abbiamo avuto la fortuna di dividere il palco, tra gli altri, con Baustelle, Lotus e Studiodavoli, tutti artisti che apprezziamo tantissimo e che sentiamo in qualche modo vicini per alcune sonorità e atmosfere.

Perché nel Salento si assiste sempre di più alla nascita di Band indie-rock anziché pop?

Forse perché è di moda. Fino a qualche tempo fa era in voga dire “rock alternativo”. Oggi la parola magica è “indie”, che si colora di diversi significati e interpretazioni. Potremmo stare a parlare per ore di cosa è “indie” e cosa non lo è. E poi il discorso non ci interessa, noi suoniamo pink-pop… Scherzi a parte, il Salento è ricco di realtà fresche e interessanti, che siano “indie-rock” o “pop” per noi ha poca importanza, è importante che ci sia la qualità, e che questa qualità trovi gli spazi per emergere adeguatamente.

La scelta di autoprodurvi nasce dalla difficoltà di approdare ad una Major o di voler essere indipendenti?

Abbiamo spedito dei demo ad alcune etichette, ma non abbiamo ricevuto risposte o proposte, quindi l’autoproduzione è l’unico mezzo che abbiamo per farci ascoltare e sollevare un po’ di polvere. Essere indipendenti è importante, ma è anche faticoso. Essere indipendenti nel nostro caso significa essere limitati: limitati a suonare solo in Puglia, limitati a far conoscere i brani ad una cerchia veramente piccola di persone e potenziali fan, limitati nella promozione. Essere supportati da un’organizzazione che si occupi di promuovere il tuo prodotto, di organizzare i concerti, di darti delle dritte, di stimolarti, ci aiuterebbe a crescere tantissimo.
Per fortuna siamo in piena era digitale e internet si è rivelato un mezzo davvero efficace per far crescere il numero di contatti e di ascolti.
Siamo in cerca di un’etichetta ben organizzata che ami le nostre canzoni e che creda in noi, ma non puntiamo ad una Major, per carità. Ovviamente se per strane e miracolose combinazioni astrali un giorno una Major dovesse bussare alla nostra porta…

Cosa pensate della distribuzione esclusivamente attraverso internet?

La distribuzione su internet in formato digitale potrebbe essere una svolta, ma bisognerebbe creare un meccanismo che tuteli realmente gli artisti e i diritti d’autore.

Quali sono i vostri ascolti attualmente?

– Rosita: Peaches, Broken Social Scene, The Rapture, Cansei de ser sexy, Guther.
– Francesco Lanferdini: Blonde Redhead, Baustelle, Non Voglio Che Clara, Elettronoir, varie compilation, una miriade di gruppi su myspace
– Vincenzo: Pat Coil, Mr. Big, Joe Satriani, Iron Maiden, Pink Floyd
– Cristiano: Baustelle, Keane, Depeche Mode, Air,Cardigans, Muse e U2
– Gianluca: Thom Yorke, Vinicio Capossela , Baustelle, Studiodavoli
– Francesco F: Afterhours, Queen of the Stone Age, Nirvana, Placebo

Durante i vostri live esistono delle cover dei tributi che fate agli Artisti?

Attualmente no. Suonavamo “Femme Fatale” dei Velvet Underground, “And I Love her” dei Beatles e “Here’s Where The Story Ends” dei Sundays.
Stiamo pensando a un paio di cover nuove da inserire in scaletta, due brani da rivisitare e magari stravolgere. Per il momento però non abbiamo ancora preso nessuna decisione in merito.

link: www.superpartneronline.com

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