Da qualche tempo ho acquisito un Titolo a cui tenevo particolarmente e che nonostante avessi i requisiti per averlo una serie di Personaggi che ho incontrato nel corso di questi anni non hanno mai permesso di perfezionare la pratica d’iscrizione all’Albo dei Giornalisti.
Non è un pubblica accusa la mia, non sono un tipo vendicativo. Tutt’altro una filosofia di vita che regna nell’affermazione "tutto ritorna… sull’Autore".
Cosa intendo?
Per diversi anni ho cercato di trovare un Editore locale della mia città che in un comune cambio merci, io davo al giornale le mie interviste e recensioni e l’Editore pubblicava questi contenuti, per ricevere la certificazione amministrativa e la firma richiesta.
Ricordo una pomeriggio di fronte alla scrivania mi trovo uno di questi Personaggi, li definisco così perché non hanno la più lontana idea del significato del ruolo editoriale, con una autorità da inquisitore da prima Repubblica.
Dopo avermi fatto mille domande mi dice:"Invii il suo materiale e noi lo pubblicheremo".
Ne inviai oltre 50 fra articoli ed interviste. Risultato pubblicazioni UNA e certificazioni NESSUNA.
In un’altra storia che di differente ha solo i nomi del Persoanggi.
Si presenta a me come un Mega Prof. stanco di tutto e con la passione per il giornale. Mi presenta il prestigioso Staff composto da 1 persona e mezza (la mezza era una specie di segretaria).
Anche quì invio le pubblicazioni e mi vengono comunicati mille difetti d’impaginazione.
Domanda: l’impaginazione non è tenuta dall’impaginatore?
Un giorno chiamo per ricevere chiarimenti ed il MEGA. Professore mi dice che devo parlare con la sua collaboratrice.
Rispondo con chi "Claudia" (uso un nome di fantasia solo per non riversare miseria intellettuale) mi viene risposto: "Chi? Lei deve parlare con la Dottoressa." era Claudia.
Da lì breve il giornale chiuse…
Avrei altre mille storie da raccontare. Il tempo cancella questi comportamenti MISERI come le persone che li esercitano e lascia fa trasparire sulle labbra un gentil sorriso.
Non crediate che questo percorso non serva a qualcosa. Permette a chi lo intraprende involontariamente di fare esperienza.