Mario Biondi cantante di origini siciliane, 35enne ed autore di “Handful Of Soul” (2006 – Schema / Family Affair). Un disco che in breve tempo ha fatto conquistare a Mario il riconoscimento del Disco d’oro e l’opportunità di esibirsi live al Jazz Café di Londra.
Abbiamo recentemente apprezzato la performance dell’Artista che ha duettato con Amalia Grè in occasione della 57° Ed. del Festival di Sanremo.
Diverse le influenze musicali e gli ascolti che hanno caratterizzato il percorso artistico di Mario che racconta in EXTRANET ricordi del passato e progetti per il futuro in sicura ascesa.
Un successo Inaspettato?
Direi di sì…a novembre il disco era già in classifica ed anche in testa alle playlist di network nazionali, ma chiaramente è una bella sorpresa, frutto anche di un duro lavoro di promozione in lungo e largo.
La pubblicazione di “Handful Of Soul” (2006 – Schema / Family Affair). In poco tempo ti ha fruttato il Disco d’oro. Cosa faceva prima Mario Biondi?
Mario Biondi faceva quello che continua a fare anche adesso, ovvero cantare in giro per club e festival, anche se ovviamente un disco d’oro è un traguardo molto importante. Adesso abbiamo superato il platino, mi dicono (100.000 copie)
L’album è forse partito in sordina, quindi il successo è da considerarsi doppio non avendo una Major alle spalle. Dove nasce l’idea di realizzare questo lavoro?
In realtà l’album come ti dicevo è andata da subito nella radio..piuttosto è partito in sordina due anni fa, quando è nato “This is what you are”, che abbiamo firmato con l’alias Was-A-Bee. Io personalmente non vedo un limite nell’affidarsi ad una label indipendente, è una falsa leggenda che le major supportano di più. Diciamo che bisogna essere fortunati nel presentare un buon disco, poi tutto il resto viene, magari non subito ma alla fine arriva, come nel mio caso.
Siciliano, 35enne. Hai sempre avuto fin da giovane la passione per la musica di chiara ispirazione americana. In famiglia diverse le esperienze artistiche. Metti qualcosa della tua terra nelle tue canzoni?
Della mia Sicilia metto l’intensità e la passione che dedico al mio lavoro, purtroppo il mio lasciare Catania è derivato sicuramente da prospettive di lavoro non proprio esaltanti Ma ogni volta che vado giù è una grande festa. .
Chi ti ha avviato al canto?
E’ stato mio padre, da giovanissimo mi faceva cantare prima in chiesa e poi durante i suoi spettacoli. Ad un certo punto ho avuto il coraggio di presentarmi da solo sul palco, avevo circa 15 anni e mi sentivo già realizzato.
Una previsione, forze, azzardata. Hai già preso contatti per la distribuzione del disco all’estero. Pensi che diventerà un successo internazionale?
Il mio lavoro è cantare, alla distribuzione ci pensa la mia casa discografica Schema Records. Il disco sta per uscire in molti paesi europei ed extraeuropei: in Francia lo hanno licenziato alla Bonsai Music (distribuita Emi), poi verrà pubblicato in Germania, Inghilterra, Benelux, Giappone e Stati Uniti.
Hai sempre seguito questo stile, durante la tua lunga gavetta?
Il mio grande idolo è Al Jarreau, ma continuo ad essere un fan di artisti come George Benson, Quincy Jones, Earth Wind & Fire. Durante i concerti presentavo sia pezzi americani sia pezzi di casa nostra, senza alcuna preclusione.
Il 27 febbraio 2007 hai avuto l’opportunità di esibirti al prestigioso Jazz Cafè di Londra. Cosa hai provato?
E’ stata una cornice meravigliosa, il dancefloor era pieno di gente che ballava ed applaudiva, una delle mie migliori serate.
Risulta quasi una tappa obbligata quella di proporre un archivio di Cover prima del grande successo. Anche nel tuo caso è stato così. Quali i nomi presenti?
In verità, se ti riferisci al disco “Handful Of Soul”; il produttore Luciano Cantone mi aveva proposto degli standard non abituali, di quelle che non senti su tutti gli altri dischi del genere. Ho subito apprezzato questa scelta musicale e quindi ho provato a dare una mia modesta interpretazione di alcuni degli artisti più importanti della musica afroamericana, rock blues e jazz.
Se dovessimo creare un filo ideale nei tuoi ascolti chi metteremmo agli estremi?
Diciamo che la black music da una parte e l’heavy metal dall’altra danno un’idea della mia visione. Chiaramente la black music è la musica che preferisco..
Diversi i contributi che ha vissuto fino ad oggi. Sei stato corista per Fred Buongusto, Fiorello, Peppino di Capri e Ray Charles in Tv. Cosa ricordi di quest’ultima collaborazione?
Di Ray Charles mi ricordo che era già uno dei grandissimi del r’n’b ed io non avevo invece capito che era così importante. Se ancora ci penso mi vengono i brividi, ma ero veramente molto molto giovane.
“This Is What You Are” (2006 – Schema / Family Affair ) è la canzone che ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Dove nasce questa canzone?
Nasce dal connubio con Alessandro Magnanini, è un brano scritto tanto tempo fa e che è partito prima in Uk, nel 2004 alla Bbc Radio 1. In assoluto il primo dj a crederci è stato Sir Norman Jay, una leggenda vivente, il dj superstar del carnevale di Notting Hill e tanto altro.
Se un giorno ti dovessero proporre di inserire una canzone in un film. Con quale regista ti piacerebbe collaborare?
Ti direi con i grandi registi italiani, come Monicelli, Scola, Avati, Risi ma anche con le nuove generazioni come Muccino, Ozpetek, Comencini. Archibugi.
E di Sanremo cosa mi racconti a livello emotivo?
Una esperienza unica, non ti rendi conto della pressione emotiva sino a quando non senti il tuo nome urlato due secondi prima di andare sul palco. Poi canti e non ci pensi più.E’ un attimo.
E adesso…?
Adesso tour, tour tour ed ancora promozione, promozione, promozione.
Già già…, ha fatto il
Già già…, ha fatto il corista x questo e x quello. Destino, quasi dannazione x i coristi:restare coristi per sempre. Magari coristi di sè stessi, come il nostro. Un successo facile, acchiappone e commerciale sin dalle sue origini,un articoletto di marketing. Copiare,clonare,emulare sono le parole d’ordine. Un prodotto con un target ben preciso:i "vorrei-tanto -essere-un-figo" e questa colonna sonora è "troppo giusta" per me, che figo non sono e che di musica non ne mastico per niente.Fan*** gli originali, becchiamoci questa trashissima copia.