Tra la fine degli anni ’90 e a metà dei 2000, l’Italia viveva un momento di grande trasformazione tecnologica e di innovazione.
L’arrivo di Internet, i modem che gracchiavano, i primi cellulari intelligenti, l’espansione della rete e l’inizio dell’era digitale stavano riscrivendo il modo in cui le persone comunicavano, lavoravano e vivevano.
In questo fermento culturale e tecnologico, nacque Allarme Rosso (nome tratto dal film del 1995 diretto da Tony Scott, con Denzel Washington e Gene Hackman) un format televisivo innovativo ideato e realizzato da Radio Reporter, un’emittente interregionale del Sud Italia che ha segnato una stagione importante dell’informazione e dell’intrattenimento locale.

Allarme Rosso non era un semplice programma di divulgazione: era un ponte tra presente e futuro. Ispirato al celebre Mediamente di Carlo Massarini, in onda sulle reti RAI tra gli anni ’90, il format si proponeva di spiegare al grande pubblico, con un linguaggio “semplice” ma mai banale, i cambiamenti in atto nel mondo della tecnologia e della rete.
L’obiettivo della mission: rendere comprensibile e affascinante un universo che fino a pochi anni prima sembrava solo fantascienza.
Il programma si distingueva per il suo stile diretto, coinvolgente e ricco di suggestioni visive, con interviste, reportage, contributi esterni e riflessioni personali. Ogni puntata era un viaggio dentro le possibilità offerte dalla rete: dai primi forum online al boom delle email, passando per il files-sharing, dall’arrivo dei motori di ricerca ai social. Un’attenzione particolare era rivolta anche all’aspetto della cybercultura, ai rischi e alle opportunità di questo nuovo mondo connesso.
La conduzione era affidata a Tony Riskio insieme a Mauro Stiky, Max Baccano e altri artisti della scena, voci e volti noti del panorama radiofonico e musicale del tempo, che contribuivano con la loro energia e personalità a rendere ogni puntata unica e coinvolgente.
Personalmente mi interessavo della redazione per temi di tecnologia, riuscendo a creare un clima vivace e autentico, capace di parlare ai ragazzi ma anche agli adulti curiosi di capire dove stava andando il mondo.
Il nostro approccio era corale, fatto di passione, ironia e una buona dose di intuizione. Allarme Rosso era una vera e propria “red zone” dell’informazione, uno spazio libero in cui si poteva sperimentare, anticipare tendenze, raccontare le trasformazioni in atto.
Le prime puntate della serie Allarme Rosso
Trasmettendo fino alla metà degli anni 2000 su diverse emittenti televisive locali, Allarme Rosso ha lasciato un segno profondo nella memoria di chi ha vissuto quella stagione. Oggi, in un’epoca in cui tutto è digitalizzato, ricordare questo format significa riconoscere l’importanza di chi, con coraggio e visione, ha saputo raccontare il futuro quando era ancora tutto da scrivere.