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Una mostra intitolata Koivu- ja oliivipuu: avoimet kirjat (Betulle e Ulivi: libri aperti), ideata e allestita da un giovane architetto ad Helsinki, Fernando Longo, che già in passato aveva presentato sue mostre in Finlandia, tutte ispirate a commistioni culturali tra Finlandia e Italia. E Salento, per meglio dire. In effetti il contrasto tra l’arido, pietroso paesaggio salentino, e il verde acquoso di quello finlandese hanno scatenato nella fantasia di questo giovane creativo una serie di stridenti confronti che hanno portato ai nove pezzi di questa mostra.

Nove scatole, legate da cinghie formato libro, una metà di betulla e una di legno d’ulivo, e all’interno una serie di installazioni di materiale diverso (chiodi, stoffa, vernici, plastica), aventi tutte la caratteristica di "coincidere" in qualche modo alla chiusura, realizzando, nella mente dell’osservatore, una ipotetica Coincidentia ppositorum. Le icone all’interno rappresentano un bosco che va a finire dentro una foresta, un pesce che si accoppia con un altro pesce, una penisola che si lega a un’isola, un omino che abbraccia un albero, insomma una promessa di possibile fusione, di contaminazione. Come dire che l’incontro fra culture così diverse richiede una scommessa, un atto di fede, una scommessa dell’immaginazione.

Nove isole di legni preziosi nell’oceano che divide due mondi molto lontani. Ciascuna custodisce un messaggio. Tutte insieme potrebbero formare l’arcipelago delle Fernandine, oppure, trascinate dalle onde, disperdersi insieme col loro segreto.

di Nicola Rainò

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