Francesco Magnelli al microfono di EXTRANET a ripercorrere un momento storico nella scena della musica rock “alternativa”.
I CCCP erano alla fine del percorso, il muro di Berlino stava per essere abbattuto, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli andavano via dal progetto Litfiba per segnare un altro importante momento nella musica dei ’90. Si sarebbero chiamati CSI Consorzio Suonatori Indipendenti.
Con Francesco a ricordare il lavoro di squadra ed il carisma di personaggi come Piero Pelù, Giovanni Lindo Ferretti fino all’incontro con Ginevra Di Marco prima compagna professionale e successivamente anche di vita.
Parlando della Notte delle Taranta afferma: “E’ un ritorno a casa”.
L’incontro sta per terminare, arriva Ginevra per continuare questa avventura nella tela prima della serata finale.
In occasione della "Notte della Taranta" com’è stato il tuo arrivo nel Salento?
E’ stato un grande ritorno, io sono venuto la prima volta nella famosa serata al campo sportivo di Melpignano dove è cominciato tutto e dove suonavano i Litfiba, Modà, CCCP, poi sono tornato nel CSI varie volte, Blasi è un nostro carissimo amico, Antonio il vigile, Giovanni, insomma è proprio un ritorno a casa quando vengo qua.
Ripercorriamo alcuni momenti importanti della scena rock italiana progressiva. Dalla fine degli anni ’70, in confronto con la musica rock di oggi cosa è cambiato nel costume e nella cultura sociale? Come viene recepita dai giovani la musica rock?
In questo momento non so rispondere bene a questa domanda perché il mio rapporto con i giovani è un pò strano, sto facendo uno spettacolo da tre-quattro anni, "Stazioni lunari", dove c’è un recupero della tradizione per cui cerco di portare ai giovani un qualcosa che ha fatto parte della mia vita, della mia storia musicale e che quando ho cominciato a suonare con i Litfiba nell’84 abbiamo messo da parte. Oggi a 45 anni invece mi ritrovo a riscoprire canzoni come "Amara terra mia", come "Malarazza", canzoni molto belle, e cerco di portarle ai ragazzi che vengono a vedere i concerti e, per quello che riguarda me, cercare di invecchiare bene. Dopo venticinque anni di musica si può solamente sperare di poter invecchiare bene. Per quello che riguarda il rock, qui in Italia ci sono delle cose molto interessanti però in questo momento non fanno parte del mio background.
Quale impronta musicale hanno lasciato i CSI nella storia della musica. I Litfiba sono stati un altro momento importante. Com’è stato il tuo rapporto con grandi personaggi legati alla storia del rock come Giovanni Lindo Ferretti?
Per quello che riguarda i CSI e cosa hanno lasciato, lo direte voi, lo diranno i ragazzi che li hanno ascoltati, le persone che li hanno amati. Quello che hanno lasciato a me è stato un periodo dal ’93 al ’99 veramente incredibile, molto bello e pieno di idee, pieno di dischi. Mi sono voltato indietro tempo fà e mi sono reso conto che dal ’93 al ’99 abbiamo fatto veramente un sacco di cose, quattro dischi, una marea di tournèe, delle colonne sonore. I CSI sono i miei trent’anni, per cui già con dieci anni di musica sulle spalle e già con un tentativo di coniugare la musica d’autore col rock. Erano una formula molto strana, ognuno portava il suo e questo suo diventava musica, tutto convogliato dalle parole di Giovanni e la voce di Giovanni e Ginevra, era un ensemble unico perché molto spesso nei gruppi musicali c’è un leader, c’è qualcuno che scrive di più, c’è qualcuno che scrive più parole, c’è uno che scrive più spesso la musica, mentre dentro CSI erano veramente cinque o sei teste che portavano ognuno il proprio, era un gruppo molto particolare da questo punto di vista. I Litfiba, invece, sono i vent’anni per cui la rabbia dall’84 all’89 quando abbiamo finito la nostra collaborazione con "Pirata". Dall’84 all’89 c’è stato anche lo stupore di vedere questo gruppo che veniva fuori dalla cantina che si imponeva con i ragazzi, specialmente in un periodo in cui il rock italiano era considerato dalle case discografiche roba che non sarebbe mai arrivata da nessuna parte.
Quando avviene il tuo incontro personale con Ginevra. Quando capite che c’è qualcosa di più, oltre una forte collaborazione artistica?
Io ho conosciuto con Ginevra in un periodo di passaggio tra la fine dei Litfiba e l’inizio dei CSI. Poi lei è venuta in Bretagna come mia fidanzata quando abbiamo registrato "Ko de mondo" e tra "Ko de mondo" e "In quiete" lei è entrata a far parte dei CSI un pò voluto da me, al di là del fatto che fosse la mia fidanzata era una grandissima voce e lo è tutt’ora, gli altri hanno visto in Ginevra un possibile contraltare e più che altro un modo per aprirsi, Giovanni lo ha capito subito, ha voluto Ginevra, si è "innamorato" della voce di Ginevra, del suo modo di essere, lei è diventata un contraltare artistico molto forte nel periodo dei CSI di Giovanni, poi finiti i CSI nel primo dei PGR Ginevra e Giovanni erano completamente sullo stesso piano nel disco, mentre dal vivo Ginevra cominciò già da subito come corista dietro, poi dal secondo tour era già davanti con Giovanni. Tutti hanno accettato Ginevra da subito, poi dopo io e lei abbiamo continuato separatamente, lei ha partecipato sempre alle mie idee e alle mie iniziative, specialmente questa di "Stazioni lunari" che è stata un’altra nuova possibilità che ci è stata data, questo incontro-scontro, quattro artisti più Ginevra sul palco dove ci siamo potuti confrontare veramente con fiumi di musica che all’interno di un gruppo non sarebbe possibile.
Numerosi anni di radio e soprattutto la passione di ascoltare musica mi ha permesso di creare una personale classifica dove al primo posto ho messo la musica di numerosi gruppi fra cui CSI, PGR e gli stessi Litfiba. A tuo avviso oggi sarebbe possibile replicare una realtà così forte in una band contemporanea. Oggi esiste una band con la stessa forza carismatica che trasmettevano quei personaggi dietro ai quali ci sono delle persone?
C’è anche un ensemble di lavoro che fa si che questo personaggio venga fuori in qualche modo. Io spero che questa crisi molto grande che c’è nel mercato discografico possa far si che dei gruppi che sono nati dalla cantina e dalla gavetta, possano avere un leader che ha una forza carismatica grande come Giovanni o come Piero perché non è tanto il fatto di raggiungere un successo più o meno grande o avere tanta gente che ti segue, quanto rimanere nel tempo. Molto spesso anche un progetto finisce e se ne apre un altro ma comunque quel progetto è sempre ricordato e fa parte delle fondamenta. I nostri due progetti, quello dei CSI e PGR e quello dei Litfiba dell’80 hanno fatto parte delle fondamenta perché nascevano dalle fondamenta, nascevano non nel rapporto diretto col music business ma proprio dalla cantina, dalle fondamenta. Io spero ci sia un leader così grande.
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