Caratterizzano i live con proiezioni in 8 mm. I Crevecoeur hanno realizzato il primo lavoro autoprodotto “s/t” (2007 – Drella Rec.) tra Parigi e Nancy (Fr). Un disco strumentale ricco di atmosfere e ricordi di ormai datate proiezioni cinematografiche abbinate a sonorità Pop.
I vostri concerti sono accompagnati da proiezioni in 8 mm. Che rapporto c’è fra la vostra musica?
Dipende dalle sere. Ho diverse bobine di montaggio e scelgo all’ultimo momento quale o quali proietterò. Mi piace lasciare un po’ d’imprevisto e non calcolare tutto, non monto i filmati affinché una tale immagine cada bene con una tale nota musicale, affatto. Lascio piuttosto un po’ al caso. Alcune sere le immagini rinforzano la musica, altre sere è tutto completamente scollegato.
Perché la scelta di registrare i vostri brani a Nancy (Fr)?
In verità ci sono solo due pezzi dell’album registrati a Nancy e sono i due più recenti del nostro repertorio. Tutto il resto è stato fatto in una sola volta a Parigi. Non avendo più i mezzi economici di tornare nello stesso studio abbiamo scelto di registrare da un amico, quindi a casa nostra, a Nancy.
Se un giorno doveste essere chiamati a realizzare una colonna sonora per un film. Quale regista vi farebbe piacere come nome?
Gus Van sant, Vincent Gallo, Jodorowski … O chiunque ci dia carta bianca per comporre.
La scelta di un lavoro autoprodotto è stata realizzata per avere una maggiore indipendenza?
No. L’abbiamo fatto perché non avevamo scelta. A nessuno interessava il nostro disco. Ero arrivato ad un punto in cui l’album era pronto già da un anno e non era ancora uscito. Mi sono detto che prima di chiudere definitivamente il progetto Crëvecoeur, avrei potuto investire dei soldi di tasca mia per avere un bell’oggetto come ricordo, qualcosa da mostrare ai miei figli. Il mercato è tale che le case discografiche indipendenti o no, non firmano praticamente più novità. E poi i gruppi cominciano a rendersi conto che non hanno più veramente bisogno di etichette.
Perché la scelta di avere una Band strumentale?
Fondamentalmente perché canto male e non ho niente da dire. In più non sono assolutamente dotato nel trovare melodie nel canto, resto troppo attaccato agli strumenti. E poi anche se parlo bene inglese non mi sento legittimato a parlare in questa lingua. cantare in francese vorrebbe dire indirizzarsi soltanto ai francofoni, e io voglio parlare a più persone possibili. Infine la musica strumentale è un modo di far partecipare l’ascoltatore al progetto, di lasciargli la possibilità di coinvolgersi nella nostra musica e di mettere il suo tocco personale alla nostra colonna sonora. E cosi crëvecoeur resta unico per ognuno perché ognuno può mettere le sue immagini nella sua testa…
Dalla scena europea quali i nomi a cui vi ispirate?
Nessuno. Voglio dire, ascolto molta poca musica attuale. Non dovrei dirlo ma sono abbastanza disilluso in realtà. Ascolto che delle vecchie cose anni 60, delle compilation di Garage americano o di psichedelia brasiliana, surf, soul, sono un fan della Motown o della Red Bird records. Altrimenti, c’è comunque un gruppo che mi ha spinto a buttarmi. Il gruppo francese Chevreuil, e non lo dico perché li conosco un po’. Prima di conoscerli personalmente li ho visti in concerto nel 2002 o 2001 in una cantina davanti a 15 persone e mi sono detto “Putain! Ecco due ragazzi soli sulla scena e lo accettano totalmente”… questa cosa mi ha decomplessato… non ho più paura di suonare delle canzoni con delle melodie semplici davanti a 15 persone…