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Come nasce il background musicale di una tra le artiste che è stata definita sicuramente come la voce più importante e più indipendente nel panorama della musica indie italiana?

Credo che sia nata con me, come credo che valga un pò per tutti quelli che fanno il mio mestiere,

sin da piccolissima ho avvertito l’importanza della presenza della musica nella mia vita e dopodiché ho avuto la fortuna di incontrare delle persone che mi hanno dato la possibilità di lavorarci e di poter scrivere canzoni mie e di poterle pubblicare, primo fra tutti quello che poi è diventato mio marito Davide Sapienza che un pò di gente conosce perché ha fatto parte della critica musicale per anni, ha tradotto dei testi degli U2, insomma è stato sicuramente un personaggio importante nel giro della critica musicale, poi posso citare Manuel Agnelli, Robert Wyatt, tutte persone importanti e che hanno creduto in me e mi hanno dato oltre che la spinta anche la possibilità di realizzarmi.

Cristina Donà

Tra i tanti nomi hai tirato fuori anche quello di Manuel Agnelli, leader degli Afterhours. Un aggettivo per definire la tua collaborazione con Manuel che ha prodotto i tuoi primi due album?

Fondamentale. Manuel è stato fondamentale per molte cose, la prima forse è stata proprio legata all’incoraggiamento di una persona che faceva parte di un’area che io stimavo e consideravo molto, quindi se ti arriva un complimento o un incoraggiamento da chi stimi vale doppio, dopodiché il lavoro con lui mi ha insegnato tantissimo, primo perché lui già lavorava e bazzicava nell’ambiente da parecchio e poi perché credo mi abbia dato una credibilità maggiore la sua produzione.

Nel 2004 esce il tuo il tuo primo album interamente cantato in inglese, che ha anche una distribuzione molto importante. In questo nuovo lavoro, quali canzoni riprendi dei vecchi album?

In realtà solo una, “Goccia” perché ha un significato particolare che poi ti spiego, io avrei anche inserito delle canzoni tratte dagli album scorsi, quindi dal primo e dal secondo, però alla Rykodisc, che è l’etichetta che ha pubblicato l’album in 33 paesi è piaciuto l’ultimo che si chiama “Dove sei tu” che è diventato semplicemente “Cristina Donà” per l’estero e quindi abbiamo lavorato alla traduzione dei brani di quell’album. “Goccia” che invece fa parte del secondo album che si chiama “Nido” è il brano che io ho pubblicato e proposto nell’anno in cui l’ho registrato a Robert Wyatt e ho avuto il piacere di avere un suo arrangiamento all’interno del brano e mi sembrava giusto visto che è stato un pò una sorta di partenza e di pigmalione anche lui per quanto riguarda questo viaggio all’estero, è stato importantissimo per la mia credibilità fuori d’Italia perché Wyatt è noto e fa solo cose che lui reputa interessanti e all’occhio di un etichetta inglese che comunque lavora con Wyatt, agli occhi della Rykodisc ha voluto dire: questa persona, ossia la sottoscritta, ha probabilmente qualcosa di interessante e ascoltiamola.

Tra le varie collaborazioni che tu hai avuto una in particolare ha attratto la nostra attenzione. Un altro aggettivo per descrivere l’apertura del concerto del grande David Byrne?

Se ti riferisci al concerto di Torino di parecchi anni fà eravamo su due palchi diversi quindi non ci siamo assolutamente incontrati. Di lui conosco cose più importanti e non lo inserisco mai fra le mie influenze musicali ma sicuramente è un’artista interessante che va ascoltato sia come membro dei Talking Heads sia come artista solista, l’ultimo album mi è sfuggito, vedrò di andarlo a raccontare ma tu volevi un aggettivo, direi forse elettrico.

Ricordiamo il tuo sito web che da la possibilità di essere informati sulle date dei tuoi concerti e di avere anche tutte le informazioni sulla carriera di questo personaggio della musica indie e rock italiana.

E’ semplicissimo: www.cristinadona.it

Ascolta intervista a Cristina Donà

Foto Articolo: Ufficio Stampa

Foto Copertina: Francesca Sara Cauli

Un commento a “Intervista a Cristina Donà”
  1. Che dire? Cristina è stata
    Che dire? Cristina è stata una piacevolissima scoperta. L’ho vista dal vivo a dicembre, a Milano e mi ha davvero stupito. Coinvolge, ha una grande energia, è piacevolissima da ascoltare e da guardare. E poi fa ridere! Mi sono divertita un sacco, non c’è che dire. Due ore e mezzo di concerto spettacolare.
    Ho recuperato la discografia completa, giusto per andare oltre l’ultimo album, che è sì carino, ma è comunque l’ultimo e ci sono dei pezzi spettacolari.

    Brava!

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