Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Il tuo stile è definito Jazz d’avanguardia? Beh, “Avanguardia” è tutta la musica fatta con passione ed amore – come dovrebbe essere – perchè fornisce sempre nuove esperienze che formano il musicista.

Io, dopo una lunga militanza in diversi ambiti del jazz italiano, sono approdato a questa forma di jazz che è nuova, ma solo in Italia: il gipsy jazz, il jazz gitano. Cominciato negli anni ’30 da Django Reinart ed unisce la tradizione manouche zingara francese al jazz europeo ed americano; ci si trovano degli standard jazz ri-arrangiati in maniera molto personale e singolare. A me è piaciuto molto questo perché io credo che nella musica non si debba perdere di vista l’essenza, cioè la musicalità: prendere un motivo, ascoltarlo, e dopo due o tre giorni ricordarlo ancora. Questo è molto importante ma molto spesso, per eccessiva tecnica od eccessivo virtuosismo o troppo sperimentalismo si perde di vista questo obiettivo. L’obiettivo della musica è sì quello della ricerca e dell’arricchimento, ma anche del rilassare e di trasmettere qualcosa.

Che rapporto esiste con i Les Negresses Vertes?

Se non si ascoltano le esperienze altrui non si ha niente da esprimere. Sin dal momento della nascita della musica, qualcuno ha avuto qualcosa da imparare. Non bisogna fossilizzarsi. A chi mi chiede se il gipsy jazz è diventato la mia ragione di vita professionale dico “No. Mi piace per il momento”. Tutto ciò che ci è completamente estraneo ci incuriosisce un po’ di più e rende ancora più piacevole la scoperta. Una volta che si è scoperta una cultura, che nostra non diventerà mai perché noi non abbiamo lo stile di vita degli zingari e della vita nomade in genere, questo sviluppa la cultura di un artista. Musica per esprimere e suscitare emozioni. Come tutti sapete, il jazz ha bisogno del live, della diretta: se un concerto esprime qualcosa ed il calore del pubblico trasmette a sua volta dei sentimenti partecipando all’esibizione dell’artista dà molta più soddisfazione e realizzazione che non la pubblicazione di un lavoro, a prescindere di quanto venda e quanto sia commerciale il disco.

Ascolta intervista audio a Dario Pinelli.

 

😀 Cosa ne pensi?

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Il contenuto della pagina è protetto.
error: