Da dove nasce questo “bizzarro” nome?
Dalla nostra comune passione per i vinili. Ne collezioniamo, ascoltiamo e suoniamo tonnellate, con 4, 5, 6 giradischi. Adesso li facciamo anche (i dischi).
I vostri dj set sono dei veri e propri crossover di stili.Quali gli elementi primari in questa mistura di suoni?
Ci sono pezzi bellissimi e ottimi da ballare da ogni tempo e genere. Cerchiamo di suonarne molti creando un mix unico ogni volta, combinando il passato con il futuro, partendo dai breakbeat del funk e del soul, miscelandoli con jazz, drum’n’bass, house, hip hop, dub… Generalmente uno dei tre dj si occupa del groove principale e mixa i dischi che hanno la batteria. Gli altri due sovrappongo parti vocali, strumenti addizionali ed effetti da disco. L’elemento principale resta comunque il ballo, e chi balla. E’ per loro l’attenzione maggiore.
I live che ricordate con maggiore “affetto” e perché?
Sicuramente il nostro appuntamento mensile a Cox 18 (Milano), lì suoniamo per 5/6 ore con 4/5 giradischi e possiamo sperimentare con la massima libertà da alcuni anni. Il ‘live’ vero e proprio, con la band, è stato ottimo al Blue Note di Milano. Sia il gruppo che il pubblico sono stati entusiasti. Non vediamo l’ora di fare nuove date.
Siete molto vicini ai suoni reggae, hip hop, funk, soul, jazz drum’n’bass, house, dub. Come si forma il vostro background musicale?
Ognuno di noi ha una storia leggermente diversa. Fonx ed io (Painè) veniamo da hip hop, jazz, drum’n’bass, breakbeat, funk, soul. Bombo ha un backgroud di musica elettronica, house, latin, blues, dub e rock. Herrera si è concentrato inizialmente su rap, turntablism, e funk. Nel corso del tempo le conoscenze di ognuno sono state trasmesse agli altri. Con molta curiosità cerchiamo di ascoltare e conoscere quanta più musica possibile e ogni giorno scopriamo dischi bellissimi.
La stampa specializzata vi rappresenta come dancefloor-turntable-band accettate questa etichetta?
Certamente. Siamo una band, abbiamo i giradischi e facciamo ballare.
Il vostro nuovo lavoro odora di sperimentazione ma anche di conoscenza musicale come nasce questo connubio di deejay?
Ognuno di noi ha lavorato (e lavora) anche da solo, ma l’unione degli elementi crea un suono ed un effetto molto potente, sia per il pubblico che per noi. Quindi è naturale per noi mettere insieme le nostre capacità e conoscenze per fare musica, sia sui giradischi che in studio, improvvisando o lavorando sui dettagli a lungo. Alla base c’è una grande amicizia, complicità, stima reciproca, feeling.
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