E’ al primo lavoro e di riscontri positivi ne ha già incontrati diversi. Dal Salento un’altra probabile promessa della scena pop nazionale. Le sue composizioni raccontano storie semplici, mai banali, le rime baciate diffondono lo stesso calore che trasmette il Sole della sua terra.
Incontriamo Domenico Protino per raccontare dell’omonimo album.
Come è nato il tuo primo disco album da una serie di brani scritti e messi da parte oppure di getto?
La gran parte dei 10 brani erano già stati scritti prima che avessi l’opportunità, tanto agognata, di fare un primo album, anche se sono mediamente recenti. Fortunatamente ci sono molti periodi durante i quali ho la fortuna di scrivere canzoni che mi piacciono e mi rappresentano; la scelta non è stata facile ma ho optato per un filo logico che, dal mio intimo punto di vista, è la tenacia e la determinazione nel vivere cercando di raggiungere degli obiettivi.
Il disco di Domenico Protino dall’omonimo titolo viene stampato in due versioni quella italiana ed una spagnola. Perché questa scelta già dal primo lavoro?
Grazie alla mia partecipazione al Festival di Vina del Mar 2008, sono nati spontaneamente dei gruppi di fan che hanno spinto me e i miei produttori a questa scelta. Sono molto lusingato dell’affetto che ricevo quotidianamente. Ovviamente, non nego che il mercato latino americano sia un mercato dalle grandi potenzialità. E’ stato molto interessante incidere l’album in spagnolo, una lingua che si presta molto bene al tessuto melodico e armonico delle mie canzoni; la musica, come qualsiasi altra forma d’arte, non conosce confini.
Con molta prudenza, usciremo con un singolo almeno in Cile, sicuramente entro l’anno e, successivamente, in concomitanza al Festival di Vina del Mar 2009 dove ritornerò per partecipare ad un’edizione particolare che vedrà scontrarsi i vincitori dal 2001 al 2008, sarà la volta dell’album in vari Paesi dell’America Latina.
Hai incontrato difficoltà per l’adattamento alla versione spagnola?
Poche difficoltà, anche perché, nelle coverband che mi hanno visto impegnato negli scorsi anni, mi ero già cimentato a cantare testi in spagnolo. Ho registrato le voci in due giorni, assistito da coloro che si sono occupati dell’adattamento dei testi alla lingua spagnola, Franco Bigliardi e Genoveva Corro.
Un lavoro che ti vede protagonista sia come compositore che scrittore. Dove nascono le tue canzoni. Raccontano frammenti della tua vita?
Al loro interno c’è molto di me, soprattutto nel modo in cui interpreto le emozioni che mi attraversano o circondano. Mi sento un filtro tra la canzone e il mondo, del quale, faccio anche io parte, da ascoltatore di musica, quindi anche della mia musica.
Ancora, parlando della tue composizioni traspaiono i colori della tua terra. Il sole caldo che abbraccia il Salento. Che rapporto hai appunto con questa regione?
Amo le mie radici e credo che note e parole del mio lavoro siano il frutto del senso di appartenenza alla mia terra, fatta di sapori, odori e tradizioni uniche come, d’altronde, quelle del resto del mondo del quale facciamo tutti parte. Quando si ha la possibilità di viaggiare, anche con la sola immaginazione, si apprezza tutto ciò che è “diverso”: un ottimo modo per aprirsi ad una fonte di ricchezza infinita che trascende le distanze e gli stessi confini posti dall’uomo nel corso della storia.
Il tuo lavoro, potremmo considerarlo, con un termine moderno del cantautorato anche se si distacca notevolmente da quello che la scena nostrana propone, cioè da uno stile abbastanza buoi nella liriche. Una scelta voluta per proporre qualcosa di nuovo?
E’ semplicemente il mio modo di esprimermi con la musica; ammetto di riporre molta attenzione in quello che dico e nel modo in cui mi esprimo con i testi. Tuttavia, le canzoni nascono magicamente, molte di loro già con la quasi totalità delle parole; spero di poter continuare su questa linea e, soprattutto, di crescere e migliorare: un imperativo per me.
Dal panorama musicale italiano quali sono i tuoi ascolti?
Ho sempre ascoltato con trasporto i cantautori italiani, tra i quali Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Daniele Silvestri, Rino Gaetano, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Fabrizio De André, Lucio Battisti. Sono legato alla musica di Vasco Rossi, Luciano Ligabue, Elisa, così come ammiro i Negramaro, Caparezza, Sud Sound System, Carmen Consoli, Mario Venuti, Niccolò Fabi, Max Gazzé.
Andiamo virtualmente in Spagna. Come viene ascoltato questo disco, quali i riscontri. Un mercato dove si ha un accesso facile?
Posso rispondere in parte a questa tua domanda perché, al momento, il mio album non è ancora uscito fuori dall’Italia. Il mercato discografico è in crisi, in tutto il mondo. Il futuro, anzi, il presente è internet con tutto quello che comporta a livello di perdite in tema di supporti fisici venduti, e il live: una sorta di ritorno alle origini della musica suonata e vissuta direttamente sul palcoscenico davanti a un pubblico critico e preparato. Non bisogna demordere ma fare in modo che si sia, quanto più possibile, al passo con i tempi che cambiano in fretta e in modo radicale e irreversibile.
Ho ascoltato il tuo cd diverse volte e raramente accade che risulti sempre un ascolto fresco mai ripetitivo. Questo carattere è dato dalla semplicità della composizione?
Ti ringrazio davvero, è importantissimo per me. La mia composizione è abbastanza lineare e frutto anche della visione del mondo che ho: andare avanti, “a muso duro” come cantava il grande Pierangelo Bertoli, e senza prendersi tanto sul serio. Per un amante degli U2 come me, credo che questa semplicità sia quasi innata anche se, talvolta, mi piace cimentarmi in strutture leggermente più complesse. Dipende dal momento.
Un punto da conquistare, dopo il primo lavoro?
Che anche una sola persona, nell’intero pianeta, continui a dirmi “grazie per quello che fai” e, ovviamente, avere la possibilità di continuare il percorso artistico intrapreso. E’ determinante, in tutto questo, il ruolo rivestito dalle radio che possono concretamente sostenere chi, come me, si affaccia per la prima volta al mercato discografico, nell’attuale delicata situazione che tutti noi conosciamo.