Qual è la fonte d’ispirazione della vostra Band?
Non abbiamo fonti di ispirazione assoluta, ma cerchiamo di esprimere costantemente i nostri stati d’animo.
La scena partenopea quanto ha influenzato le vostre composizioni?
Se parliamo di scena artistica intesa nell’ambito musicale, ci sono molte realta’ che si distaccano dal nostro modo di concepire musica, possiamo dire per questo, di non aver subito nessun tipo di influenze.
Vi piacerebbe essere contattati da una Major o preferite restare nella scena underground?
Molto spesso il contratto con una major ti vincola, non lasciandoti esprimere liberamente, cosa che non succede nell’underground. E’ ovvio che se ci dessero garanzia di libertà assoluta per quanto riguarda il lato artistico, senza ipocrisia, diciamo pure che sarebbe un bel risultato.
Cosa vuole rappresentare il singolo “Io passo” (Autoprodotto – 2006)?
Io passo è un pezzo nato dall’esigenza di esprimere la disillusione che “ci” siamo guadagnati in questi anni vivendo a Napoli, dove continuamente si parla di cambiare e nello stesso tempo si aspetta che lo facciano gli altri. Noi siamo in prima linea da anni, con quello che siamo e con la nostra musica, per cercare di esprimere un modo di essere “alternativo” a quello che è diventato purtroppo lo standard di mentalità della nostra città. Per questo abbiamo pensato di pubblicare il nostro disco come provocazione verso chi nutre ancora speranze restando immobile a guardare.
Avete uno stile semplice nello stilare i brani. Una scelta voluta?
Crediamo che per arrivare a tutti sia essenziale la semplicita’ di linguaggio musicale. Ma non per questo ci sforziamo di fare pezzi facilmente accessibili. Scrivere in questo modo ci piace e ci viene naturale.
Dai numerosi Festival a cui avete preso parte. Quale ricordate con particolare emozione e perché?
Abbiamo avuto molte esperienze che ricordiamo con estremo piacere. L’incontro con il pubblico, con altri musicisti, con organizzatori e con gli staff dei grandi e piccoli eventi a cui abbiamo partecipato, è sempre stato uno scambio che ci ha arricchito e spinto a fare sempre di più. Siamo molto attenti a curare i rapporti che abbiamo stretto nel tempo perché crediamo che mai come adesso sia importante essere uniti….ma senza dubbio il concerto piu’ emozionante è sempre il prossimo!
Il nuovo disco è interamente scaricabile dal vostro quanti contatti ricevete?
Ci piace curare tutti i nostri contatti e la cosa sta diventando davvero difficile, anche grazie a tutti coloro che stanno rispondendo positivamente a questa nostra iniziativa. Stiamo avendo un riscontro diretto con il pubblico che ci ascolta e questa per noi è la cosa piu’ importante grazie anche alla sinergia tra il nostro account su myspace.com/benzinamusic e il sito ufficiale della Band. Gli addetti ai lavori ci stanno dando veramente un grande aiuto… ottime recensioni e passaggi radiofonici in piu’ di venti radio locali sparse in tutt’Italia, live set acustici e interviste. Tutto questo in attesa di un live elettrico che stiamo curando con estrema attenzione che partira’ in primavera dalla Sicilia.
Perché un sound “arrabbiato”. Segno di ribellione, verso chi?
Il nostro sound dipende principalmente da quello che siamo e dagli ascolti che ci hanno formato artisticamente. Sarebbe sbagliato, secondo noi, imporsi di fare musica in un certo modo solo per rispondere a un’esigenza di ribellione, e/o per essere a tutti i costi in accordo con stereotipi dettati da qualcun altro.