Appena pubblicato Beatles a fumetti edito da Skira un libro scritto da Enzo Gentile e Fabio Schiavo che vuole raccontare la storia dei Fab Four attraverso rarissimi e ormai irreperibili fumetti provenienti da tutto il mondo.

Tanti gli aneddoti di questo interessante e singolare progetto. Per raccontarli al microfono di Patrizio Longo incontriamo Fabio Schiavo, Bentrovato?

Grazie a voi.

Quando nasce l’idea di raccogliere fumetti sui Beatles?

Durante un concerto dei Chumbawamba, Enzo e io abbiamo iniziato a parlare di allestire una mostra. Poi, davanti alla quantità dei fumetti raccolti, circa un migliaio, quasi tutta la produzione conosciuta e censita, invece, abbiamo iniziato a pensare ad un libro, perché era un progetto più semplice da realizzare, più immediato. E maggiormente in linea con il suo contenuto… cioè i fumetti che sono qualcosa da sfogliare, da toccare. Lo stesso vale per il libro, cartaceo o elettronico, o Ipad che sia, hai sempre qualcosa da “sfogliare”, da guardare. Il senso, quindi, non cambia seppur cambia il supporto, che, non scordiamolo un semplice media, un veicolo per “trasportare” qualcosa. E fermiamoci qui per non entrare nella vexata querelle, neologismo plurilinguista, della prevalenza del contenuto sul contenitore o del media sul messaggio.

Com’è stato ricercare i fumetti, come avete strutturato il piano?

Beh, potrei menarmela e dire: “Naaah.. Una passeggiata, semplice, come bere un bicchiere d’acqua”, in verità non è stato così semplice e immediato. Ci sono voluti diversi anni, circa sei, tanta pazienza, studio ricerca e tanta, molta fortuna. E lo scambio e il contatto continuo con collezionista e appassionati della materia. E tempo passato a surfare nel web, prendendo le più diverse strade che sembravano portare da un parte e invece finivano nel nulla e altre che mi hanno fatto trovare piccoli gioielli.

Per piano tu intendi l’idea che sta alla base del libro? Il libro lo abbiamo pensato come il racconto in maniera diversa di una storia ultra conosciuta dove la musica stesse in sottofondo e venisse alla luce un’altra immagine di un gruppo ultra nota e, contemporaneamente, quella della società in cui viviamo e la sua evoluzione attraverso il tempo, dato che i fumetti abbracciano uno spazio temporale che parte nel 1963 e arriva ai giorni nostri. In più abbiamo preferito “far parlare” le immagini e dare meno spazio allo scritto e alla scrittura vera e propria, intervallando il tutto con foto storiche e/o significative di un dato periodo che a lor volta raccontassero, grazie anche a brevi didascalie qualcosa in più della vicenda presentata nel libro.

I numerosi fan club vi hanno supportato?

A dire la verità questo lavoro lo abbiamo fatto un po’ in solitario, senza chiedere aiuto ai vari e numerosi fan club. Nel libro, oltre alla Fondazione Fossati Museo del Fumetto, sono citati solo i Beatlesiani d’Italia, l’associazione di Rolando Giambelli di Brescia e il Fan Club di Luigi Luppola di Roma, perché sono amici e ci hanno dato del materiale. Evidentemente noi siamo aperti a tutte le info e quindi se ci sono Club e associazioni Beatlesiane che vogliono aiutarci o fornirci notizie e altro ben vengano.

A questo proposito segnalo che esiste un sito http://www.thebealtescomics.com dove poco per volta verrà messa tutta la raccolta di fumetti e quidni chi volesse andarlo a vedere e poi postare commenti, suggerimenti, riferire mancanze di “comic” o semplicemente scrivere o chiedere il linkaggio beh è li per questo.

Una raccolta prevede una selezione e delle scelte, quali avete messo fuori dal progetto editoriale?

Si parla di circa 1050 fumetti conosciuti e censiti che trattano i Beatles, escludendo strip e vignette, usciti in tutto il mondo, Europa, Americhe, Africa e Giappone. Senza considerare quelli underground e che sfuggono ad ogni catalogazione. Bene, la collezione ne conta 950 e da li abbiamo fatto una cernita, talvolta dolorosa, per arrivare a circa 240. L’esclusione è avvenuta a seconda del gusto e del momento e sentito il parere di giudici inflessibili, fra cui mio figlio, adesso ha 9 anni, a cui abbiamo fatto leggere i fumetti: se ridevano o erano incuriositi allora sapevano che erano quelli giusti. A questo primo gruppo, abbiamo aggiunto, per nostro diritto di autori e con nostra arrogante decisione, quelli più folli e strani.

La scelta di pubblicare il lavoro al compimento dei quarant’anni dallo scioglimento è stata una scelta voluta?

Evidentemente quella è una data simbolo e che serve anche come cicalino, ma ne esistono altre, i 70 anni della nascita di Lennon e i 30 della sua morte o i 70 di Ringo Starr e molte altre. Diciamo che le cronologia aiuta, ma non è essenziale o fondamentale o fondamentale.

Un lavoro destinato ai collezionisti? Assolutamente no, noi crediamo che sia un lavoro per tutti, appassionati o meno, fan dei Beatles o detrattori, curiosi o agnostici.

C’è un fumetto che particolarmente ti ha incuriosito, quale?

Sarebbe come chiedere a un padre di scegliere fa i suoi figli… E soprattutto è difficile indicarne uno perché ognuno ha la sua dose di follia e di curiosità che lo distingue dagli altri, se però mi “obblighi” diciamo che c’è Secret Hearts, una rivista del 1965 dedicata alla ragazze in cui ho trovato una pubblicità, in stile scimmie di mare vendute sull’Intrepido, in cui veniva reclamizzato un prodotto che assicurava alle compratrici: “di vedere crescere nelle vostre camerette i capelli dei Beatles come se i 4 fossero presenti…” Surreale e fantastico.

Ma quanto ti consideri fans dei Fab Four?

Considerato che ho 50 anni direi che più di un fan dei Beatles sono un loro estimatore perché quando avevo 12-13 anni e iniziavo ad ascoltare musica in maniera differente giravano altri nomi, seppur loro rimanevano il gruppo più forte e noto.  In più scrivendo per una rivista musicale, Rolling Stone, ascolto veramente di tutto, senza fossilizzarmi su alcun genere o stile o personaggio. A me è sempre piaciuto il garage degli Anni Sessanta, il punk, Iggy Pop, tanto per fare un poco di archeologia musicale, però devo ammettere che i 4Lads hanno qualcosa di intrigante, diverso. D’altronde sono stati chiamati Fab mica per niente. I Beatles hanno veramente disegnato un’epoca, cambiato e sovvertito regole e stili, distrutto un’ideologia conservatrice e contemporaneamente delineato nuove regole, aperto nuovi orizzonti, sperimentato tanto, superato confini…Insomma sono stati dei veri rivoluzionari e degli innovatori.

Anteprima libro su http://www.skira.net

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