“Camera Oscura” (Venus – 2006) è un disco dalla duplice faccia, come dite sul vostro sito: il dolce e l’amaro, il silenzio e il rumore, aggiungerei come filosofie pop e rock.
Tra le due quale preferite come definizione per la vostra produzione e per gli Hana-b in generale?
Siamo geneticamente più attratti dalla parola ”rock” più che “pop”; questione di immaginari e di tipologia di background che ognuna si porta dietro; questione anche di come viene usata la parola “pop”, di come è stata piano piano allontanata dai suoi significati originari, anni ’60. Quando noi la usiamo, siamo abbastanza arroganti da pensare di poterla usare ancora con l’accezione di quegli anni, con un richiamo imprescindibile ad un approccio tipicamente britannico di scrivere e fare musica.
Ciò nonostante hai centrato bene: è proprio la volontà di riuscire a fare conciliare due tipi di musica così distanti e così vicine (rock e pop), che ci spinge a suonare la nostra musica, che speriamo riesca sempre a fuggire da qualsiasi tipo di definizione di genere, per l’appunto.
Prendendo spunto dalla biografia il vostro nome si rifà ad un’opera del regista Takeshi Kitano ed alla poetica del suo film “Fiori di Fuoco”, appunto cosa significa per voi riconoscersi nella poetica di questo film?
La scelta del nome è stata una lunga bagarre; ad un certo punto Alessandro, il chitarrista, ha proposto di chiamarci con questo nome, data la somiglianza del film, diceva lui, con la trama delle nostre canzoni. Abbiamo visto il film, e ce ne siamo convinti anche noi: questa pellicola ha un incedere molto calmo, lento, a tratti quasi armonioso, interrotto da sprazzi subitanei di violenza visiva, impennate di velocità che sconvolgono la quiete. Abbiamo notato che la trama dei nostri pezzi era simile, all’epoca (ma ne è rimasta una forte traccia ancora adesso), una ricerca di quiete, di dolcezza, interrotta spesso da “esplosioni” di suono. Da lì un innamoramento per ogni poetica che cerca di far conciliare gli opposti del proprio genere…
Quali sono i vostri background musicali. Tra voi ci sono provenienze musicali particolarmente distanti. Se si come arrivate a fonderle. Quanto sono importanti nelle vostre produzioni?
Le nostre provenienze musicali sono abbastanza disparate, ma tutte quante legate assieme; è come se vi fosse un nodo centrale, fatto di un senso, un gusto comune a tutti e cinque, una “materia sonora” comune da cui partono gli ascolti e le influenze di ognuno di noi. Questo nodo centrale è composto di molti elementi; i principali sono sicuramente: dagli anni sessanta inglesi, con le prime sperimentazioni pop beatlesiane, al David Bowie di ogni età, fino ad arrivare ad un certo dark anni ’80, quello senza troppo cerone, tipo Joy Division, Clash, e poi gli anni ’90 di Depeche Mode, Massive Attack, Radiohead… Quanti sarebbero da nominare…Occorre dire che abbiamo un certo innamoramento comune per ciò che è di matrice inglese. Ci piace quel suono, e ci influenza eccome nelle fasi di composizione e di registrazione!
Che importanza hanno secondo voi in termini promozionali rispettivamente, la radio, le performance live, e internet?
La radio fa parte di un circuito mediatico di cui, purtroppo, non è la capofila; salvo alcune realtà piccole ed altre più grandi, a livello nazionale (Capital, RadioRai ecc ecc), spesso non riesce a slegarsi da discorsi esclusivamente commerciali; quindi spesso la promozione via radio avviene solo dopo qualcosa di grosso successo da qualche altra parte (TV, grandi festival).
Le performance live sono il cuore di ogni gruppo che suona veramente: le si fa comunque prescindere che siano promozionali o no. Il loro livello promozionale dipende sempre dal livello di visibilità che hanno; comunque direi che in generale è buono. Credo che la promozione via internet sia sempre più in crescita…ma questa domanda non dovrebbe essere posta ad una persona che con la tecnologia ha ben poco a cui spartire, quale sono io…
Oltre ai live ci sono già idee per il futuro?
Da quando abbiamo concluso “Camera Oscura” non ci siamo mai fermati, a livello compositivo; abbiamo continuato a scrivere nuovi pezzi; credo che creare nuove melodie e nuovi arrangiamenti, cercare di evolverli, e di evolversi, faccia parte di un nostro modo di vivere quotidiano, senza il quale non sapremmo stare. Quindi vogliamo arrivare al prossimo autunno con molto materiale nuovo. In più speriamo che il nuovo video di “In vortice” riesca a, come si dice in gergo, “bucare lo schermo”.