Un suono pop, leggero, colorato che racconta di storie d’amore, di quotidianità e di persone.
Queste le linee sonore per Non Giovanni al secolo Giovanni Santese, cantautore pugliese che si presenta con questo lavoro, il primo su una label ufficiale Irma Records con la produzione artistica di Amerigo Verardi.
Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Non Giovanni per raccontare di Ho deciso di restare in Italia. Bentrovato.
Ciao Patrizio e piacere di conoscerti
Perché andare via?
Perché restare semmai. Non ci sono molte ragioni per rimanere in Italia oggi: non c’é lavoro e non c’é futuro ma siamo comunque in tanti a provarci e a resistere. Io ho trovato nella musica una buona ragione per restare. Scrivo canzoni in italiano e adoro farlo e se dovessi un giorno cambiare lingua di scrittura vorrei che fosse per diletto e non per necessità.
Una linea sonora “leggera” melodica e raffinata una scelta voluta?
Nella scrittura inseguo sempre un criterio di soddisfazione che non saprei definire. Non chiudo un verso o una melodia finché non sono soddisfatto al 100%. Non c’é un criterio, non c’é una legge ma c’é un senso di appagamento nel momento in cui la cosa funziona. Lo stesso é accaduto per gli arrangiamenti, dove abbiamo cercato di non relegare la musica a semplice supporto delle parole e a far suonare tutti gli strumenti in modo poi da poterci divertire anche dal vivo.
Quanto si ritrovano le influenze di Edoardo Bennato nei tuoi scritti?
Lo spirito dei grandi cantautori italiani aleggia certamente nelle mie canzoni ma non saprei dire quanta parte dell’uno o dell’altro autore. Devo confessare che Bennato non é tra i miei ascolti principali per quanto apprezzi i suoi temi e la sua originalità.
Come sono state scritte le canzoni?
Le canzoni di questo album sono state tutte composte al mio ritorno a casa in Puglia dopo alcuni anni a Roma e a Bologna, eccetto per Io sarò famoso che avevo già scritto a Bologna. Le canzoni sono nate come tutte le altre, cioè ognuna in maniera diversa. Dettate da un pensiero, un’intuizione, un’esigenza. Le canzoni sono come le fotografie, fissano in maniera indelebile un momento della vita di chi le scrive. Io ricordo esattamente dov’ero e cosa provavo mentre scrivevo tutte le canzoni dell’album e questa é una cosa bellissima, nessun altro tipo di ricordo funziona meglio nella mia mente quanto quello legato alle canzoni. Queste canzoni ad esempio nascono da un periodo in cui non lavoravo o lavoravo pochissimo, e avevo tutto il tempo di riflettere su quello che mi stava accadendo. Dentro queste canzoni c’é tutto quello che mi circondava in quei mesi: le aspettative e le ansie per il futuro, l’amore, il crollo di alcune illusioni, la diffidenza verso i compromessi e la voglia di restare.
Io sarà famoso è il singolo che presenterà il tuo lavoro: Ho deciso di restare in Italia. Un omaggio a Discoring quali i ricordi di quel periodo e perché tributare una programma storico ma datato?
Si. Io sarò famoso rappresenta l’aspetto più ironico e divertente del disco. Nella canzone mi diverto a ironizzare su chi fa delle somiglianze una ragione di vita ed é disposto ad essere il sosia di qualcun altro pur di diventare famoso. Per realizzare il videoclip della canzone ci siamo ispirati a Discoring, una trasmissione televisiva che abbiamo voluto tributare perché testimonianza di un passato che non esiste più quando la musica era anche in televisione ed i grandi media erano molto più attenti alle novità e a promuovere la musica con molta più libertà di oggi. Quindi si, il programma é datato ma non c’é niente oggi che abbia sostituito degnamente quel tipo di televisione.
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