Cosa ha a che fare l’intro del secondo album con la fine del primo?
Peter Heider: E’ come se dalla fine del primo album si andasse dritti fino all’inizio del secondo…
l’atmosfera, per mantenere quella sensazione “paludosa” ed è un buon modo d’iniziare con i suoni e la voce di Tony Joe White. E’ la prima traccia per noi. Forse è un piccolo “ponte” verso il secondo album.
Come è nata l’idea di utilizzare Tony J W come voce maschile nel nuovo album?
Florian Seyberth: Siamo stati sempre dei fan di TJW, così abbiamo insistito, bussato ad un sacco di porte in cerca di lui. Certo, in precedenza avevamo fatto un suo remix, uno dei suoi Greatest Hits: “Rainy Night in Georgia” per la Warner Brothers. Hanno fatto un disco chiamato “this is Hip”, e lui ha sentito il remix che avevamo fatto per lui, con la sua vecchia traccia che è ancora presente nel vecchio catalogo Warner, e gli è piaciuto.
La prima volta che l’ho ascoltato ad esempio TJW stava lavorando con dei giovani emergenti della scena club. Come è nata la cooperazione con lui, e gli altri nell’album?
Florian Seyberth: Uli, che è parte del team ha realizzato la ricerca nel nostro album anche per Willu Hutch e U Brown. Per vari mesi è stato un continuo cercare su internet e contattare telefonicamente la gente per sapere dove vivono, se erano in giro, cosa fanno, se ancora producono musica. Era un fatto di continua ricerca.
Quali sono gli Artisti che hanno collaborato alla realizzazione del nuovo lavoro?
Peter Heider: Nella prima traccia c’è TJW, ne abbiamo appena parlato. Poi abbiamo Joe Dukie alias Dallas Tamaira dalla NZ. Lui è il cantante dei Fat Freddy’s Drop. E’ stato uno dei primi della lista a lavorare con noi. Siamo in contatto da tempo. U-brown, era in una dubplate session ad Amburgo. Questa volta quando abbiamo finito quello che dovevamo fare con Joe Duckie, lui ci ha messo sopra qualche vocal come MC.
Florian Seyberth: Era uno dei vecchi MC nel King Tubby’s Sound System In Jamaica negli anni 70… un po’ di storia (ride)
Peter Heider: poi abbiamo contattato Top Cat da Manchester, penso che viva a Manchester. Ha fatto una dubplate session in Stuggart questa volta, facendo della drum&bass e del reggae. Ha scritto i testi e poi ci siamo incontrati in studio e abbiamo registrato insieme. Poi Ben Weaver. Lo abbiamo incontrato a Norimberga durante un grande evento live. Abbiamo chiesto se riusciva ad immaginare di cantare una nostra canzone. Una volta realizzata la traccia base, ha detto: “OK, forse lo posso fare il mese prossimo ad Amsterdam”. Così siamo andati lì; abbiamo prenotato uno studio. Willy Hutch sfortunatamente non abbiamo potuto essere con lui negli States per le sessioni di registrazione.
Chi altro?
Florian Seyberth: Wayne Martin
Peter Heider: Certo, Wayne Martin, abbiamo fatto questa traccia più o meno due anni fa.
Quali gli Artisti con cui non avete collaborato?
Florian Seyberth: Paul Weller. Abbiamo provato, ma era impossibile.
Peter Heider: e chi altro?
Florian Seyberth: Odia i tedeschi. Ne ho sentito parlare, non so quanto sia veritiera. Inoltre abbiamo provato ad avere con noi MF Doom, ma era troppo impegnato, l’artista hip hop da Stones Throw
Peter Heider: Abbiamo contattato Michael Frant, circa tre anni fa ma non ha funzionato.
Florian Seyberth: “mission impossible”
Peter Heider: Noi abbiamo creduto che fosse un problema di management, non il nostro. Il management di questo tipo di Artisti … pensano sempre a parlare di notevoli somme di danaro, in anticipo inoltre puoi parlare direttamente all’Artista. È un peccato.
Invitate i cantanti a Norimberga o li andate voi a trovare?
Peter Heider: Come ho detto prima, nel caso di W. Hutch, non siamo andati negli States.
Florian Seyberth: vive a Dallas
Peter Heider: Gli altri li abbiamo incontrati qui, ad Amsterdam e Stuttgart
Che libertà hanno i cantanti nei loro testi in quanto “guests”, ospiti?
Florian Seyberth: I cantanti hanno totale libertà di espressione. Abbiamo lavorato anche con testi che a noi non piacevano. Noi analizziamo l’aspetto del suono e lasciamo ampio spazio nella stesura delle liriche.
Parlateci del primo singolo con Top Cat?
Florian Seyberth: Racconta di un ragazzo che vuole conoscere una ragazza, ma il testo non è così significativo. E’ l’utilizzo della voce, un ritmo, una percussione. Suona come una mitragliatrice, una 5439
J Duckie con “Take it Sllow”, il prossimo singolo?
Florian Seyberth: J D e “Take it slow” è un pezzo lento. È una bella collaborazione con U-brown, penso. Si trovano molto a loro quando lavorano insieme.
Dove trova il nome l’Album “Dust my Broom”?
Florian Seyberth: “Dust my Broom” il titolo… a me piace veramente ciò che puoi trovare nei vecchi testi Blues, questi doppi significati. In quei giorni, negli anni 30 e 40 era impossibile per un afro-americano raccontare la verità. Erano costretti ad utilizzare delle metafore. Questo è ciò che mi piace del titolo, svariati significati.
La differenza principale fra il primo e il secondo album?
Peter Heider: Certamente il fatto di lavorare con più tracce vocali.
Florian Seyberth: …minore tempo. Ci è piaciuto lavorare sulle tracce e poi lasciarle “riposare” per un poco. Dopo 5-6 settimane le abbiamo riascoltate. Abbiamo notato dei suoni diversi dai primi ascolti. Penso che si riesca ad avere una visione più completa.
Come riuscite a creare un suono longevo, senza tempo?
Florian Seyberth: Dovrebbe essere un traguardo creare un suono senza tempo, lo puoi dire solo se lo ascolti fra 10 anni, e via dicendo. Guardando indietro a “satta”, posso dire che è un classico. So il tempo lo potrà confermare.
Peter Heider: Cosa penso quando parli di longevità ? Un suono positivo, che non “oscura” e non estremo. Il nostro è un suono caldo, positivo, ed è molto, molto più difficile da creare rispetto a un suono dark. E’ una sfida molto più grande riuscire a far sembrare un suono positivo senza renderlo poco serio o semplice. È ancora importante che le piccole cose siano poste in primo piano.
Florian Seyberth: L’amore non può essere modernizzato
Quali dischi sono stati importanti negli ultimi anni?
Florian Seyberth: W Hutch: l’album “The Mack”, o la colonna sonora di Foxy Brown. Nel corso degli anni ho comprato 12” di nuovi artisti. Mi piace molto la label “Stone Throw”, molto inusuale per essere una etichetta hip-hop. Sembra che la gente non sia stressata e che possa sperimentare realizzare nuovi tipi di stile.
Varie canzoni del vostro primo album sono state inserite in oltre 100 compilation. Vedete questo possibile di nuovo con “Dust my Broom” ?
Florian Seyberth: non so se questa “roba da compilation” andrà bene come la prima volta. Erano tempi diversi. Siamo stati in 120-130 compilation, abbiamo perso il conto. Penso che i tempi siano cambiati e non vedo ora molte compilation sul mercato attente a questo tipo di suoni.
Peter Heider: deloungizzato (ride)
Florian Seyberth: deloungizzato (ride)