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Questa sera al microfono di Extranet un amico che da tempo non ascoltavo. Nicola Conte fra i personaggi più noti nella scena della musica jazz italiana.

Un dj, produttore capace di miscelare musica jazz e bossa nova.

Nei tuoi progetti c’è l’uscita del nuovo disco Other Directions su un’importante e storica etichetta per il jazz?

Sì, la Blue Note.

Ci parli di questo nuovo lavoro e delle collaborazioni stabilite?

Il disco è ispirato al jazz della fine degli anni ’50 e ’60 con una particolare predilezione per quello registrato in Europa in quel periodo. Contiene molte canzoni e ha come ospiti alcuni fra i più bravi jazzisti italiani tra i quali Gianluca Petrella, Daniele Scannapieco, Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Pietro Lussu, Pietro Ciancaglini, Lorenzo Tucci, Till Bronner che è un trombettista tedesco e anche cantante, poi ci sono quattro cantanti diverse che sono Cristina Zavalloni, Lucia Minetti, Bembe Segue e Lisa Bassenge.

Intervista a Nicola Conte

Parliamo del 19 giugno presso Marina di Salve lo Yellow Party. Un appuntamento dove sarai presente con set musicale. In questo momento dove sei orientato musicalmente?

Io farò un dj set perché tutta la manifestazione è impostata soprattutto sui dj set. La musica che io suono è più una performance che un vero e proprio dj set nel senso tradizionale perché io suono molte delle mie musiche, molti dei remix che ho fatto per altri, molti dei miei brani nuovi e di qualche tempo fà. Questo è miscelato con alcune delle nuove produzioni che hanno come denominatore comune una forte influenza jazz ma questo inteso in un senso molto ampio perché io posso per esempio suonare un brano di Kevin Yost basato soltanto sulle percussioni.

C’è una parte che si ispira alle nuovissime produzioni di Deep House o della Tek House, a quelle più sofisticate come Theo Parrish o Muddiman, c’è una parte jazz, poi ci sono le nuove musiche ispirate alla bossa, jazz brasiliano.

Come vedi il fenomeno di internet e del file sharing. Quanto la possibilità di scaricare la musica da internet ha creato delle contaminazioni e ha dato la possibilità di far conoscere e diffondere la musica dovunque?

Questa è una questione molto complessa, perché se ne devo parlare dal punto di vista di artista, quindi di chi ha la propria musica pubblicata e messa in commercio, naturalmente non posso che indicare negativamente il fatto che si possa scaricare una musica d’autore in maniera del tutto gratuita, non credo che sia una cosa corretta. Se invece lo devo giudicare da un punto di vista di utente la cosa cambia perché io penso che se parliamo dell’Italia i CD costano troppo, il prezzo è sproporzionato sia rispetto ai costi di produzione sia rispetto alle possibilità economiche.

Quindi credi che il fatto che si vendano meno dischi che in passato dipenda dai prezzi troppo elevati?

Io penso che dipenda dal costo e penso che dipenda anche dalla “massificazione” che ormai è in atto da anni nella musica nel senso che il bombardamento che avviene da parte delle televisioni musicali e delle radio commerciali si rivolge soprattutto ad un pubblico di teenagers, la musica che viene promossa è o musica di largo consumo, musica di Artisti ormai affermati e questa musica successivamente viene venduta in tutte le salse fino ad arrivare a cercare di convincere le persone a spendere dei soldi per scaricarsi brani sul proprio telefonino. Questa è la tomba della musica e l’estremo lembo di come non dovrebbero essere le cose.

Naturalmente internet ha dato la possibilità a tutti di poter accedere ad una banca dati quindi chi vuole conoscere più cose possibili ha la possibilità di farlo in maniera veloce e a costi molto bassi e questo mi sembra sia una cosa molto importante. In più attraverso internet c’è anche la possibilità per chi non ha contratti discografici di far ascoltare la propria musica mettendola in rete, anche questo è un fatto positivo, però come aspetto contrario c’è il fatto che c’è una sovrapproduzione.

Ormai non c’è più un filtro e quando c’è troppa produzione il mercato non può che recepirla in maniera negativa, le leggi dell’economia in fin dei conti sono sempre le stesse da sempre, l’offerta è sempre maggiore della domanda e questo crea confusione, poi ognuno ha il suo percorso, ognuno sceglie. Io non credo che conoscere di più sia sempre una cosa positiva però vedo anche che c’è molta confusione e naturalmente c’è anche una fortissima ricerca di profitto e secondo me profitto e cultura sono due cose che molto spesso non vanno d’accordo.

Nicola Conte è considerato dj, produttore e compositore. In quale di queste tre realtà ti identifichi maggiormente?

Naturalmente in quella del compositore e del musicista oggi.

Ascolta intervista a Nicola Conte

Foto Articolo: Ufficio Stampa

Foto Copertina: www.spettacolomania.it

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