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Perché la scelta del quartiere italiano in Brasile. Per la realizzazione del tuo lavoro “Nu Braz” (Irma rec. – 2006)?

Ho scelto di utilizzare NU BRAZ come nome d’arte perché BRAS è un quartiere italiano a San Paolo molto antico e ricco di “nostre” tradizioni.

In Brasile soprattutto a San Paolo è molto forte la cultura italiana che con le tradizioni musicali e culinarie ha influenzato e arricchito le abitudini locali. Io credo in una estrema vicinanza tra i nostri due popoli, da qui il volere di creare un disco che unisse queste due culture e tradizioni, mischiando bossanova a canzoni nazional-popolari degli anni 50.

Diverse le collaborazioni con personaggi della scena latino-americana. Secondo quale criterio sono stati selezionati?

Non è un criterio il mio, cerco solamente di collaborare con persone che siano in sintonia con il mio modo di vivere le emozioni e quindi la musica.

Emanuele Cucchi Nu Braz

Il rapporto fra Dilene Ferraz (Brazialina Love Affair) e Petula Clarck (N.d.r. la pianista per diversi anni di Toquinho)?

Dilene è una amica da molti anni e ho sempre cercato un modo per poter lavorare insieme. Quando ho iniziato a registrare il disco ho sentito l’esigenza di scrivere un pezzo con lei, unendo i nostri gusti e le nostre esperienze è nata “sonho bossa”. Con Jose Mascolo il rapporto è ben diverso. Jose è stato prima il Pianista di mio padre nella Riverside Jazz Band con Lino Patruno, poi Pianista con mia madre la cantante Anna D’amico, la quale ha portato al successo canzoni storiche italiane quali “Donna” e “Ti Dirò”… Negli anni Jose Mascolo ha collaborato con artisti importantissimi nella scena musicale mondiale, solamente per citarne alcuni: Toquinho, Fred Buongusto, Shirley Bassey, Petula Clarck e diretto orchestre come la NBC di Londra…

Fin da giovanissimo hai avuto modo di relazionarti con il mondo dell’Arte. Prima in teatro, poi come direttore di locali, dj, e selezionatore di musiche per sfilate di moda. Credi che la cultura brasiliana abbia influenzato questo tuo percorso?

Sicuramente, ma credo che sia stato un procedimento inverso, forse è stato il mio percorso a portarmi tra le braccia della musica brasiliana. Ho iniziato il mio cammino musicale all’età di 5 anni cantando canzoni per bambini e ho trascorso molti anni cercando il mio “stile”, cercando qualcosa che arrivasse al cuore senza però strappartelo dal petto. lentamente negli anni mi si è appiccicata addosso la musica brasiliana nelle sue varie forme, non stò parlando solamente di bossanova, ma di Frevo, Baiao, Mpb, partendo da Vinicius De Moraes e Toquinho, arrivando a Zeca Baleiro e Geraldo Azevedo.

Nel progetto “Nu Braz” ci sono 11 canzoni appartenenti alla cultura brasiliana e due che riportano alla scena degli anni ’60. Quale criterio per la realizzazione della playlist?

Ho cercato di inserire nel disco alcune canzoni che hanno dato vita al mio cambiamento e alla mia maturità musicale come per esempio “Escravo Da Alegria” di Toquinho che letteralmente ha cambiato il mio modo di vivere e di pensare. Le due canzoni a cui ti riferisci sono due dei brani che portò al successo mia madre e trovo che si inseriscano perfettamente in una playlist “bem brasileira”. Credo che soprattutto in quegli anni il “nostro” modo di scrivere musica e arrangiamenti era pressoché identico a quello che usavano i grandi compositori Brasiliani, così potrei dire anche per la freschezza e la briosità dei testi.

Potremmo affermare che il nome scelto a questa band è orientato ad una nuovo ideale cammino del Brasile. Verso cosa?

Più che una band ho voluto dare questo nome a me stesso, provando a creare un Progetto, con la partecipazione di amici, che come me voglio cambiare il modo di far musica, riportando alla modernità capolavori del passato.

Cosa ti aspetti da questo cd. E’ un voler guardare al passato?

Non posso dire di non aspettarmi niente da questo cd, grazie a persone come Massimo e Umberto Damiani della Irma Records che stanno divulgando attentamente il mio progetto in tutto il mondo, mi piacerebbe essere quell’alternativa Briosa alla musica presa troppo sul serio; questo non vuol dire che la musica è un gioco, ma è un giocare con la musica, sempre guardando cosa ci è stato lasciato in eredità che troppo spesso viene dimenticato.

link: www.nubraz.com

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