Dopo un lungo silenzio ritorna sulla scena Santiago con Diamante un lavoro che si presenta come auto prodotto per una scelta chiara dell’Artista al non vincolarsi ad etichette e contratti prestampati.
Il Cd è annunciato dal singolo Come un respiro dopo l’apnea. Incontriamo l’Artista per raccontare di questo nuovo viaggio, bentrovato.Un ritorno dopo una pausa voluta?
Più che voluta direi indispensabile. Spesso bisogna fermarsi un attimo per capire bene quale direzione prendere. Dopo Ghiaccio e Magma ho avuto l’esigenza di andare oltre, di scoprire cosa fossi in grado di saper fare. Così come nella vita anche nella musica rimanere ancorarti unicamente alle proprie certezze spesso può rivelarsi deleterio. Bisogna capire fino a che punto possiamo essere in grado di progredire e fare dei passi avanti, ma questo lo scopri solo mettendoti costantemente alla prova.
Diamante è un lavoro di lettura verso un nuovo modo di concepire le sonorità?
Sicuramente la mia ambizione, fin dal principio, era proprio questa, ma considero Diamante solo il primo passo verso quella direzione. Aver scoperto di essere capace di poter esprimermi in questo modo mi stimola a proseguire su questa strada avendo sempre come obiettivo quello di stupire tutti, me compreso.
Musica rap ed elettronica, un’approccio verso scelte nuove?
Credo che il rap sia il genere che più di qualsiasi altro si presta alla contaminazione con altri generi. Sarebbe davvero un peccato ostacolarne l’evoluzione per restare fedeli ad alcuni concetti tanto cari ai puristi estremi del hip hop. La tecnologia dei nostri tempi ci consente di raggiungere livelli impensabili fino a qualche anno fa. Perché rinunciare a tutto questo?
Quali gli ascolti che hanno preceduto il lavoro?
I due dischi che più degli altri hanno catturato la mia attenzione nel periodo in cui ho prodotto Diamante sono Making Mirrors di Gotye e Racine Carree di Stromae. Stimo tantissimo questi due artisti per la loro grandissima capacità di comunicare e per la concezione che hanno su come andrebbe prodotto un disco.
Come vedi la scena rap in Italia, trova ancora terreno fertile?
Trovo che il livello tecnico del rap in Italia negli ultimi anni sia notevolmente cresciuto, ma sono anche dell’idea che solo questo non sia sufficiente. Bisogna, così com’è stato per altri generi, aggiungere sempre qualcosa in più. Non è un caso che artisti come Fedez, Club Dogo, Salmo, per citarne alcuni, che sono stati in grado di evolversi negli anni siano attualmente gli elementi di spicco del rap in Italia. Credo che se saremo capaci di restare al passo con i tempi il rap potrebbe diventare il genere di riferimento anche in questo paese.
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