Dove trovi la tua ispirazione?
Nella vita quotidiana, nelle piccole azioni che si fanno tutti i giorni e a cui spesso non si dà molta importanza.
«riflesso» l’uomo proiezione delle proprie esperienze. Siamo quello che impariamo?
Siamo quello che abbiamo vissuto, il frutto dei nostri ricordi, delle nostre esperienze, quello che impariamo dalla vita, dai nostri sbagli ecc.
Singolare ed atipica la scelta di proporre durante i live l’Arte della cucina. Quale il link?
Amo cucinare e così per una mia mostra che aveva come tema il rendere pubblici oggetti e situazioni intime mi è venuta in mente una performance in cui cucinavo per una romantica cenetta. In più volevo stimolare nel pubblico durante il concerto tutti i sensi, non solo udito e vista ma anche olfatto gusto e tatto e far conoscere, apprezzare e rendere familiare la cucina vegetariana.
Analizzando i tuoi ricordi a quale colore li raffronteresti?
Rosso
Il nick che utilizza Stefania Pedretti viene anticipato da un simbolo di punteggiatura (il punto interrogativo). E’ un richiamo alla ricerca di noi stessi nello specchio. Il nostro Alter-Ego?
Un po’ quello che scrivi tu un po’ perchè anche se sul palco mi si vede sola in realtà altre 2 persone hanno collaborato alla musica: Dj Tonnerre e Mae Starr (dei Rollerball) e da qui l’idea del punto interrogativo.
La tua musica quanto è improvvisazione?
In ?Alos c’è molta meno improvvisazione che in Allun o Ovo. I pezzi sono nati improvvisando sulle basi che mi avevano fatto Dj Tonnerre e Mae , ma poi sono stati fissati e trasformati in pezzi ben precisi. Nel disco le parti al violoncello sono state improvvisate , ma partendo da un’idea ben precisa su come doveva suonare il brano. Nel live la parte culinaria e soprattutto il momento della cena rimangono improvvisate, o meglio seguono le dinamiche del luogo, del mio invitato ecc.
Nelle tue esperienze Live Europee quale la città che ricordi con particolare significato?
Cavolo non so…Forse Parigi, nella quale ho suonato molto spesso di cui la prima volta (con le Allun) in un fantastico festival che si teneva all’interno di una barca faro (Batofar), un’esperienza stupenda.
Perché il bisogno di far riaffiorare i ricordi?
Perché negarli o dimenticarli , come cerca di insegnarci ancor più questa società che vuole tutti felici e contenti? No! Bisogna ricordare e accettare ciò che ci è successo e poi andare avanti. I ricordi nel mio disco sono molti ricordi positivi della mia vita , ma ci sono anche quelli che mi hanno fatto soffrire e crescere; bisogna accettare tutto ciò che si è vissuto.
I segni del tempo ritieni che esaltino la bellezza?
Assolutamente si!!!! Non vedo l’ora di vedermi con i dread brizzolati. E poi le rughe ecc… Ci ricordano che stiamo vivendo e siamo vivi. Con ?Alos voglio proprio far riflettere sul concetto di bellezza ed estetica. C’è un mondo dall’altra parte dello specchio in cui ciò che da noi si ritiene fonte di enorme bruttezza (cicatrici, difetti o menomazioni, rughe ecc.) sono simbolo di enorme bellezza e fascino.