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Inizia la carriera nel mondo della moda, debuttando come indossatrice e fotomodella. Tuttavia, ben presto scopre una passione più profonda per la musica, che la porta a intraprendere un nuovo percorso artistico.

Nel 1978 entra a far parte della band Fantasy, collaborando con artisti del calibro di Luigi Lopez, Danilo Vaona, Carla Vistarini e Tony Cicco. L’anno successivo sceglie la strada da solista e incide il singolo Comprami (1979), un successo straordinario che raggiunge la vetta delle classifiche con oltre 500.000 copie vendute. Da quel momento, la sua carriera è un susseguirsi di brani che non solo conquistano il pubblico, ma affrontano anche tematiche sociali, ponendo particolare attenzione alla difesa dei diritti umani.

Artista sensibile e impegnata, Viola Valentino porta la sua voce su numerosi palchi, esprimendo la propria creatività e denunciando le ingiustizie della società moderna.

Della musica dice: “La amo e la odio”, un rapporto profondo che la accompagna da sempre e che continua a darle l’ispirazione per nuovi progetti e avventure artistiche.

È il mondo della moda che le permetterà di debuttare come indossatrice e fotomodella anche se dopo una breve esperienza si accorge di essere attratta dalla musica.

Incontriamo al microfono di Patrizio LONGO in occasione del suo ultimo lavoro Viola Valentino per I Tacchi di Giada. Un disco che affronta un argomento scottante come la violenza sulle donne.

Viola Valentino

La tua carriera ha inizio come modella, Come ti sei avvicinata al mondo della moda, era un sogno d’adolescente?

Non era un sogno di un adolescente. È stato un caso, il mio sogno era diventare una psichiatra, poi la la mia vita mi ha travolto e mi sono dedicata all’arte. Forse era scritto nel destino…

Cosa ha determinato il passaggio dalla moda alla musica?

La partecipazione come immagine ad un disco che si chiamava: Fantasy 1. Un progetto di Giacarlo Lucariello allora produttore discografico di grande notorietà, Lucariello aveva creato questo gruppo, appunti i Fantasy, e loro volevano un immagine essendo dei personaggi molto famosi. L’immagine ero Io, poi una volta entrata in studio ed averli frequentati ho voluto provare a cantare e mi sono divertita molto, sono stati cinquanta giorni piacevolissimi…ed lì è partita Viola.

La musica può essere un mezzo per denunciare problemi sociali, come ti poni di fronte a questa prospettiva?

L’ho sempre fatto. Ho sempre denunciato problemi sociali attraverso i miei brani apparentemente innocenti.

I Tacchi di Giada è il tuo ultimo lavoro, due dei brani contenuti nell’ep propongono un argomento scottante: la violenza sulle donne. Un problema di cultura?

Ho voluto denunciare un problema della nostra società.

Come è avvenuta la scelta di ingaggiare giovani Autori?

La vita è fatta di incontri e di necessità, avevo il desiderio di rinfrescare i miei brani, gli arrangiamenti, i miei autori. Ho incontrato delle persone in gamba, in grado di trasformare in testo dei miei pensieri e mi sono buttata in questa bellissima avventura. Che Dio c’è la mandi buona!!!

Quale rapporto hai con la musica?

La amo e la odio

In chiusura del nostro incontro cosa ricordi del periodo in cui hai partecipato a Music Farm, lo rifaresti?

Ripeterei tutto quello che ho fatto fin dall’inizio alla fine della mia carriera. Per Music Farm ho dei buoni ricordi di nuovi amici che ho incontrato in un’esperienza che non avevo mai vissuta e che nonostante tutte le avversità, non dettate da me, definirei positiva.

Hai progetti su cui stai lavorando?

Questo che stiamo parlando. Per adesso è il mio progetto, successivamente staremo a vedere.

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