Atmosfere e ritmi synth pop per il nuovo di YLIUM intitolato Empire Of Light. Miscele di pop ampiamente infiltrato da glitch, drum-machine e distorsioni ma anche di puro suono rock. Incontriamo la band per raccontare di questa miscela sonora, bentrovati.
Buonasera a tutti.
Un lavoro Empire Of Light che da una base di sonorità pop incontra l’elettronica più creativa?
Non proprio sonorità pop. La voce ricerca la melodia, questo è vero, ma non definirei le linee vocali strettamente “pop”. Meglio dire che un certo rock incontra una certa elettronica..dal vivo abbiamo una bella botta, non proprio pop!
Quali sono gli ascolti che vi hanno portato a questa miscela?
Parecchie cose. Partiamo dalle ritmiche. Un po’ di nu-jazz (Quantic e Revolution Void su tutti), Modeselektor, Autechre, DJ Shadow e alcune cose del catalogo Warp (oltre agli Autechre, ovviamente). Per le textures elettroniche, imprescindibile la lezione di Jon Hopkins. Per le strutture dei pezzi..vediamo..Suuns, Flaming Lips, Radiohead e Grandaddy.
Cosa rappresenta la sigla “YLIUM”?
Inizialmente usavamo il termine Ylium per riferirci a quel nostro pezzo che attualmente si conosce come Your Life In Unique Meaning. Ylium, per noi almeno, non significava niente; era semplicemente la storpiatura del nome di un fiore. Poi scoprimmo che il termine esiste e ha a che fare con la chimica. Your Life In Unique Meaning è l’acronimo sciolto di Y.L.I.U.M, ma Ylium (come nome del gruppo) non significa Your Life in Unique Meaning. Sì, è complesso, Nolan potrebbe estrapolarne il plot per un film.
Un lavoro che suona di elettronica ma c’è anche del rock “puro”?
Certo, siamo sempre partiti da quello, dal rock. I pezzi nascono dopo un lungo travaglio in sala prove, non dopo un lungo travaglio davanti al computer. E poi ci teniamo a sottolineare il fatto che sul palco imbracciamo degli strumenti elettrici e non settiamo semplicemente delle macchine.
Qual é stato il vostro approccio alla musica?
Ci siamo sforzati di dimenticare il più possibile come si costruisce un classico pezzo rock (o pop). Dopodiché volevamo vedere un po’ cosa succedeva. L’idea di base è che sì, i brani possono essere sperimentali, ma non devono essere per forza alienanti o “strani”; comporre qualcosa che sia obbligatoriamente più strampalato di tutto quello che hai sentito non ha senso. Alla fine quello che conta è la melodia.
Avete mai pensato di inserire un voce femminile nella band?
C’era la possibilità, sì, ma poi alcuni problemi di lavoro hanno impedito il da farsi. Sennò saremmo diventati i nuovi Portishead.
Lavorate a nuove sonorità?
Certo, ma non nell’immediato futuro. Stiamo sperimentando altre cose ora e abbiamo bisogno di capire dove stiamo andando a parare. Il disco migliore è sempre quello che deve ancora uscire, no? Foto: Ufficio Stampa