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Un personaggio quasi “alieno” quello proposto da Rosalba Pippa in arte Arisa. Con il brano Sincerità riesce a coinvolgere fini dai primi minuti dall’esibizione il pubblico dell’Ariston che accompagna l’Artista battendo le mani in levare e la porta ad essere nominata vincitrice della sezione Proposte del Festival di Sanremo.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Arisa, per raccontare del successo inaspettato con il brano Sincerità. Bentrovata!

Ciao a tutti, sono Arisa!

Quanto hai sognato questo momento?

Io l’ho sognato per ventisei anni.

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Cos’hai fatto, durante questo percorso?

Ho fatto tanti lavori, tante esperienze. Ho cercato di vivere una vita normale, senza concentrarmi unicamente sulla missione “musica”, cercando di avere anche un’alternativa.

La musica che canti ha un carattere autobiografico. Parlando del singolo Sincerità, che dà anche il titolo al tuo lavoro: si tratta di un disco con messaggi positivi?

Sì, sicuramente il nostro – tutto quello che faccio nasce dalla mia collaborazione con Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo e Giuseppe Mangiaracina, che sono i miei produttori – è un progetto solare, che vuole dare una comunicazione positiva molto forte, e che vuol essere lo spunto per vivere una vita migliore.

Cosa ha significato, per te, duettare con il maestro Lelio Luttazzi?

É stato come ripercorrere, come vivere un pezzo di storia che già altri avevano avuto la fortuna di vivere, al contrario di me. Io amo molto il varietà e la televisione di una volta. Lelio è un grande maestro, che io stimo molto. É stato il mio “nonnino sanremese”, il mio punto di riferimento, ed è stato molto affettuoso: la persona che più teneramente di tutte mi ha abbracciato e mi ha dato la forza di affrontare quel palco con molta più sicurezza.

Mi farebbe piacere commentare la tua dichiarazione in cui raccontavi di essere “sincera perché pigra”?

Sono sincera per pigrizia, nel senso che non mi va di contraddirmi o di dare spiegazioni all’infinito su cose che in realtà non hanno neanche bisogno di essere spiegate. Credo che essere poco onesti e poco sinceri significhi ricoprire un ruolo… non saprei mai fare l’attrice, se non per qualcosa che sento. L’ho fatto nel mio video, ma io mi sento in quel modo. Ho solo enfatizzato un po’ il mio modo di essere, ma io mi sento così, un po’ “nerd”, imbranata.

Il personaggio che hai proposto presenta un look quasi “alieno”. Chi ha curato l’abbigliamento durante il periodo del Festival?

I vestiti mi sono stati fatti su misura da Clotilde, e le scarpe da Palazzo Bruciato. Ho scelto questa linea di abiti perché mi rispecchiava particolarmente. Ed è una delle persone che voglio che appaiano quando appaio io, nei video.

Arisa è l’acronimo delle iniziali dei componenti della tua famiglia. É un modo per portarla sempre con te?

Sì, ma anche un modo per ringraziarla e per ricordarmi che io sono sempre il frutto del loro amore.

Il tuo modo di proporti al pubblico è un po’ naif, simile a quello proposto da Amalia Grè. Ti senti vicina a quest’artista?

Amalia Grè ha un modo di cantare molto diverso dal mio. Magari le somigliassi, la stimo molto come artista.

E adesso cosa aspettiamo?

Adesso aspettiamo di cantare. Aspettiamo di fare concerti, di essere tra le persone. Di stringere le mani e di ricevere consensi di persona, con le persone.

Grazie ad Arisa, e in bocca al lupo per tutto. Alla prossima!

Un bacione, ciao ciao!

Ascolta intervista audio ad Arisa.

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