La passione per la musica e la dedizione all’impegno hanno permesso ai salentini Effetto Doppler di affermarsi nella scena regionale e di affacciarsi anche in quella nazionale. Alessandro, Gabriele ed Enrico, la cui attitudine musicale è rispettivamente pop, rock e musica leggera.
Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Enrico, Gabriele e Alessandro, in arte Effetto Doppler. Bentrovati.
Ciao Patrizio grazie a te per averci invitato; è un piacere essere tuoi ospiti!
La condivisione tra musica pop, rock e leggera potrebbe risultare come il collante che vi accomuna?
Alessandro: Ognuno di noi ha una vocalità che si adatta a un genere musicale diverso. Gabriele ha una voce graffiante, tipicamente rock. Io ho una vocalità che si presta alle sonorità pop mentre la voce di Enrico si adatta perfettamente alla musica leggera. Quando però, si parla di gusti musicali, condividiamo gli stessi miti e ciò ci permette di trovarci sempre sulla stessa lunghezza d’onda!
Un’esperienza, quella di Effetto Doppler, che inizia per caso?
Enrico: Sì, come tutte le belle favole è iniziata per gioco e per divertimento, circa due anni e mezzo fa. Ci eravamo conosciuti da poco e “giocando” ad armonizzare le nostre voci, ci siamo resi conto che il risultato era niente male. Allora ci siamo detti: “perché non partecipiamo al provino per X-Factor?”. Tutto è partito così e da quel momento non ci siamo più fermati, mantenendo sempre una fede incrollabile nel nostro progetto. Grazie soprattutto alle numerose persone, professionisti e non, che ci hanno affiancato in questa avventura e ci hanno aiutato a rendere costante la nostra crescita.
Adesso raccontiamo di Apro gli occhi al mondo (Maresud Records). Un ep realizzato da canzoni che stavano nel cassetto?
Gabriele: Proprio così! Apro gli occhi al mondo è il brano che dà il titolo all’ep e al tour. È una ballade allegra e spensierata che ho scritto qualche tempo prima della nostra partecipazione ad X-Factor e che poi abbiamo arrangiato e ottimizzato con il nostro maestro e produttore artistico Nando Mancarella. Siamo particolarmente legati a questo brano perché è stato il nostro primo singolo. Ci ha accompagnato in giro per l’Italia, durante il nostro tour ed è piaciuto molto, forse perché veicola un messaggio chiaro e semplice: vivi a pieno la tua vita! Il ritmo incalzante e orecchiabile, rimarca la positività e l’ottimismo che intendevamo trasmettere. Nell’Ep, poi, è inserito il brano “Come to me”, una canzone tramite la quale abbiamo voluto rischiare, spostando un po’ gli equilibri classici della musica pop in Italia. Abbiamo utilizzato, infatti, un sound un po’ più internazionale e più ricercato, tipico delle band vocali inglesi e d’oltreoceano. Infine c’è la canzone “Un amico per te”. Un brano scritto e donato all’associazione Cuore Amico, in occasione del Progetto Salento Solidarietà. Un’associazione che da anni è in prima linea nell’aiuto dei meno fortunati, raccogliendo fondi a favore di disabili e famiglie disagiate. Siamo orgogliosi di essere parte di quel progetto e della grande famiglia di Cuore Amico. Insomma il nostro primo lavoro è una sorta di antipasto, un apripista per l’album a cui stiamo lavorando e del quale avrete presto notizie.
Com’è avvenuto l’incontro con Ruggeri?
Enrico: Enrico Ruggeri era il giudice dei Gruppi Vocali di X-Factor, categoria della quale facevamo parte anche noi. Da quel momento si è creato un rapporto di amicizia e affetto sincero. Enrico si è dimostrato una persona umile e si è relazionato con noi quasi come un padre, insegnandoci tantissime cose soprattutto sotto il punto di vista umano. Una volta terminato il programma, siamo rimasti in contatto con lui e questa estate abbiamo anche preso parte a due tappe del suo tour, cantando insieme alla sua band. Attualmente sta collaborando con noi, dando un suo contributo alla lavorazione del nostro prossimo disco. Lo stesso discorso vale per Fabrizio Palermo, grande musicista e storico componente della band di Ruggeri. Fabrizio è stato il nostro vocal coach ad X-Factor, ci ha insegnato tanto e ancora oggi dimostra quanto tiene a noi.
Quanto ritenete che la vostra musica sia influenzata dalla scena inglese?
Alessandro: Siamo molto influenzati dalla musica British, come si nota dal brano Come to me, dove si viaggia proprio attraverso gli spazi melodici inglesi. Anche Apro gli occhi al mondo s’inscrive in questa fascia, se non nella lingua, di certo nel sound. Il nostro primo album sarà ricco di brani che rispecchiano questo stile.
Cosa avete imparato dalla partecipazione al primo talent show italiano?
Enrico: Abbiamo imparato che in televisione, purtroppo, non è sufficiente concentrarsi sull’aspetto musicale e vocale, come noi abbiamo sempre fatto. Bisogna anche saper giocare con il pubblico e con la telecamera, cosa che non ci apparteneva e che ci ha trovato spiazzati. Ma restiamo convinti del fatto che impegno e capacità, a lungo andare, finiscano col prevalere su qualunque tipo di estetica.
Avete già avuto modo di esibirvi con grandi artisti della musica italiana. Oltre a Ruggeri anche Paolo Vallesi e Massimo di Cataldo; ma c’è un artista in particolare con cui sognate un giorno di collaborare?
Gabriele: È vero! siamo stati onorati di dividere il palco con dei veri e propri pilastri della musica italiana. Ci ha fatto crescere tanto, professionalmente ed umanamente. Oltre ai già citati, poter conoscere artisti come Le Orme, Francesco Renga, i Matia Bazar e tanti altri, non poteva che arricchirci. Siamo sempre pronti ad apprendere da chi ha alle spalle una carriera così longeva. In effetti, ci sono degli artisti con cui ci piacerebbe tanto collaborare. Parliamo della vocal band italiana per antonomasia – i Pooh – che noi vediamo come esempio di disciplina e dedizione!
Dal premio La Vela Latina al Premio Città di Lecce, negli ultimi mesi avete collezionato diversi riconoscimenti. Vedere premiato il vostro impegno, quanto incentiva il vostro sogno di fare musica?
Alessandro: Moltissimo! Ottenere questi riconoscimenti ci riempie di carica emotiva, ci spinge a voler confermare ciò che abbiamo raggiunto e ad impegnarci per risultati ancora migliori. Ci dà la conferma che stiamo lavorando bene e che siamo sulla strada giusta.
Su cosa state lavorando attualmente?
Enrico: Stiamo lavorando sul nostro primo album. Stiamo decidendo i pezzi da inserire, dato che abbiamo già molto materiale. Gabriele scrive musica e testi da una vita e anche io ed Alessandro stiamo lavorando duramente, per dare un’impronta anche del nostro animo musicale, con delle canzoni scritte da noi. Ci saranno molte collaborazioni con grandi artisti, ma non anticipiamo troppo per non rovinarvi la sorpresa. Vi assicuriamo che vi sorprenderemo! Ad un anno di distanza dal provino che di lì a poco li avrebbe condotti ad esibirsi sulla rete nazionale, esce il loro primo EP Apro gli occhi, edito da Maresud Records. Il panorama musicale italiano, purtroppo, non è particolarmente icco di gruppi vocali, perciò ascoltare il loro lavoro e la maestria con la quale le tre voci si intrecciano diventando un’unica entità, può rivelarsi una piacevole sorpresa. L’EP si compone di 3 brani. Il primo brano,“Apro gli occhi al mondo”, è un vero e proprio manifesto dello spirito che anima le generazioni d’oggi e la voglia di cambiamento che le pervade. Aprire gli occhi al mondo è inteso come cogliere ciò che ha da offrire; le esperienze, le opportunità e le emozioni che può regalare, decidere di vivere davvero, anziché sopravvivere anche se ciò dovesse implicare lasciarsi alle spalle chi si frappone tra noi e i nostri sogni. Il ritmo incalzante che accompagna le parole poi, ha quasi un effetto motivazionale e rende ancora più efficace il messaggio che la band intende veicolare. Il secondo brano s’intitola Come to me ed è caratterizzato da un sound decisamente internazionale. Il linguaggio è fresco, giovanile, elegantemente vestito da arrangiamenti raffinati, intessuti ritmicamente di quel sound spiccatamente british che ne fa un brano easy listening. La melodia è opera del tocco esperto del maestro Nando Mancarella. Questo brano rispecchia un po’ ciò che tutti vorremmo sentirci dire da un amico, dal proprio compagno o da un famigliare. La certezza di avere una persona speciale al nostro fianco ogni volta che ne avremo il bisogno. Il messaggio espresso dal testo è molto chiaro: “se vuoi smettere di piangere, sai che puoi venire da me e se ti senti solo, chiamami e ti dirò che va tutto bene”.
Nel complesso, la prima fatica discografica degli Effetto Doppler è la dimostrazione che i tre giovani hanno trovato la loro strada, una loro personalità musicale e un proprio stile.
Foto: Archivio Band