Qual è stato il vostro background musicale?
Direi che la musica che più ci ha influenzato è il pop-rock e la psichedelia inglese, dai Beatles e i Pink Floyd fino a Radiohead e Blur. È difficile fare una classifica dei gruppi o degli autori, diciamo che nessuno di noi quattro ha pregiudizi musicali forti.
Cosa ne pensate del file sharing?
È una cosa inevitabile oggi. Credo che avrà delle conseguenze positive: prima fra tutte il ridimensionamento dei prezzi dei cd. Una seconda potrebbe essere la riscoperta del “valore” di avere un disco originale. In questa vicenda l’unica cosa insopportabile sono le proteste delle star già miliardarie grazie al mercato musicale.
Cosa porterà il futuro dei Filofobia?
Speriamo molti concerti. Stiamo lavorando sul live, l’album è appena uscito ed è ora di suonarlo.
Chi è l’autore che apprezzate di più in questo momento sulla scena pop italiana?
Se per “scena pop” intendiamo ciò che passa per radio e tv… siamo stati affascinati dai primi dischi dei Marlene Kuntz, dagli Scisma, e oggi direi dai Baustelle.