Abbiamo ascoltato il loro suono in Login, un suono che catturava l’attenzione nel differenziarsi dall'”altro” in commercio. Un percorso in ascesa che ci porta fino al nuovo concept: Hòltzar. Un disco che suona rock come il precedente ma si infiltra con altri ritmi e tesse una ricca rete di sonorità elettronica, ci verrebbe da dire di “avanguardie”. Al microfono di Patrizio Longo incontriamo l’ideatori di questo suono dei Phinx, bentrovati? Ciao a tutti! Com’è nato Hòltzar? La sperimentazione timbrica è stata l’elemento centrale di questo lavoro e l’abbiamo ricercata con suoni e materiali provenienti dalla natura insieme a strumenti tecnologici che da sempre ci appassionano. Lo abbiamo prodotto, registrato e mixato in casa, sfruttando corridoi, salotti, il garage, il giardino e altri suoni e rumori campionati durante viaggi. Abbiamo usato moltissimi strumenti acustici e altrettanti programmi per la sintesi e l’elaborazione sonora. Ci siamo divertiti. A cosa rimanda il titolo? Abbiamo deciso di intitolarlo Hòltzar perché è una parola che per la maggior parte delle persone non rappresenta niente di già definito e può essere riempita quindi dall’identità di questo disco stesso. Rimanda a degli elementi legnosi, torchi, alberi e proviene dalla lingua cimbra che ci ha affascinato molto per l’essere una realtà vicina a noi, ormai scomparsa, ma che presenta in sé un concetto di glocalità molto interessante. Un Cd diverso dal precedente, un punto di svolta? Abbiamo solo fatto quello che ci veniva di fare. Ovviamente si cresce, si cambia e sicuramente in questo disco rispetto al primo questo cambiamento si sente molto. Adesso accenniamo alle collaborazioni dalla scena internazionale? Abbiamo voluto inserire alcune collaborazioni con artisti che stimiamo per arricchire il disco di particolarità. I Reanimation Squad sono una crew rap di amici italo/canadesi/ghanesi ed erano perfetti per un pezzo scuro con ritmiche vocali in Kubla Khan. Ekat Bork è un’artista russa emergente della quale uscirà a breve il disco di debutto che è stato prodotto artisticamente e registrato da Francesco. Bologna Violenta lo abbiamo voluto in Trolls per la creazione e l’esecuzione di un arrangiamento d’archi particolare e Martino Cuman ci ha regalato qualche linea di basso suonato durante una giornata passata in compagnia. Idem con il trombettista Spano, abbiamo registrato take di improvvisazione e poi siamo andati ad estrapolare per completare gli arrangiamenti di The 5th Kingdom Pt.1 e Pach Un Khnottn. La musica è da sempre espressione di quello che si vive. Quali sono stati gli ascolti che hanno anticipato questo lavoro? Ascoltiamo tanta musica e molto diversificata, ma in genere tanta elettronica e sperimentale, da Trentmoller ai Boards of Canada a Trevor Wishard; siamo andati ad approfondire alcuni “vecchi” ascolti, dai Pink Floyd, ai Kraftwerk, ai Pixies. Tanti dischi più attuali, dischi di musica classica e musica indiana. Infine abbiamo cercato di ascoltare soprattutto quello che avevamo intorno campionando e riutilizzando musicalmente qualsiasi oggetto o rumore ci ispirasse. E quali gli stati d’animo? Le prime bozze compositive del disco le abbiamo affrontate durante un periodo di alcune settimane di stop dal tour di “Login” in una casetta in montagna dove lo spirito era di creare qualcosa legato a quei luoghi freddi e isolati dalla turbolenza urbana. Tornati in città abbiamo abbiamo composto, scritto, registrato e mixato il disco completamente da soli senza volere avere influenze esterne e probabilmente portandoci dietro anche quella sensibilità originaria. Come è stata elaborata l’immagine e l’artwork del disco? Per curare l’artwork del disco abbiamo scelto di lavorare insieme a Boitier. un artista proveniente dalla street art che utilizza esclusivamente materiale analogico per le foto e agenti naturali per lo sviluppo e la stampe delle pellicole. Volevamo rappresentare il flusso dei diversi materiali utilizzati per la costruzione del sound di Hòltzar e abbiamo quindi pensato che una ricerca dell’immagine nello stesso senso sarebbe risultata in un valore aggiunto. Per tutto il resto, anche dal punto di vista dell’immagine ci piace arrangiarci e improvvisarci grafici, web designer e videomaker. Ci divertiamo ed è un buon metodo per imparare nuove cose che nella vita possono sempre tornare utili! Quali i progetti per l’immediato futuro? Per il futuro prossimo il progetto è: LIVE. Si inizieranno i concerti e sarà un bella sfida riprodurre questo disco dal vivo. Stiamo lavorando molto in questi giorni per ultimare il tutto e crediamo in un ottimo risultato. Speriamo di girare molto, in Italia e fuori Foto: Ufficio Stampa