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Insolito incontro, quello avvenuto il 19 agosto 2006 nella piazza di un ridente paese del Sud Italia. Siamo a Maglie (LE). Il cartellone è ricco di eventi: questa sera, live, i Ricchi & Poveri, un’icona della musica italiana tra i primi anni ’70 e gli anni ’80.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Franco Gatti, Angela Brambati e Angelo Sotgiu, per una conversazione prima del live. Non manca un riferimento al Festival di Sanremo, che li ha visti protagonisti in diverse edizioni, conquistando posizioni tra le più ambite. Nel 1970, la loro prima apparizione con la canzone di Nicola di Bari La prima cosa bella, che si classifica al secondo posto.

Intervista di Patrizio Longo ai Ricchi e Poveri

Stessa situazione nel 1972 con Che sarà. All’edizione del 1981 si presentano con Sarà perché ti amo che li vedrà vincitori.

Siamo agli inizi, nel 1967, quando Angelo e Franco suonano nei Jet. L’anno successivo arriva l’esordio al Cantagiro con il nome Ricchi & Poveri. Com’è nato quel nome?

Sì, il nome ce lo suggerì Franco Califano, che all’epoca era il nostro produttore. In quel periodo avevamo davvero bisogno di lavorare: mancavano i “dindini”, come si dice a Genova. Così nacque il nome Ricchi & Poveri, che voleva dire “ricchi di spirito, poveri di tasca”.

Il primo successo fu la cover del classico americano Everlasting Love. Quanto vi rispecchiano i testi “di buoni sentimenti” delle vostre canzoni?

Noi diciamo sempre: “vogliatevi bene”, e proviamo anche noi, nel nostro piccolo, a voler bene e a fare le cose per bene. Il nostro pensiero è sempre rivolto all’amore. Poi, c’è chi ci riesce meglio e chi meno… I testi delle nostre canzoni parlano sempre di relazioni, siano esse sentimentali o d’amicizia.

Avete partecipato a molti Festival di Sanremo: com’è cambiato nel tempo?

Gli scenari cambiano, e anche negli anni ’70 ogni edizione cercava di proporre qualcosa di nuovo e diverso. La vera differenza oggi sta nel rapporto con il pubblico: allora c’erano molte aspettative, molta emozione da parte degli artisti e tanta curiosità da parte del pubblico. Oggi il Festival viene un po’ snobbato, e anche gli artisti tendono a dare – o a far finta di dare – meno importanza all’evento. Ma alla fine, resta una vetrina importante.

Secondo me, comunque, il mondo è cambiato del tutto: un tempo c’erano solo Sanremo, il Cantagiro e il Festival di Venezia. Oggi ci sono molte più occasioni per mettersi in mostra, e mentre prima a Sanremo partecipavano i grandi nomi, oggi molti di loro lo evitano. Chi va a Sanremo spesso è un esordiente o un artista in declino.

Intervista di Patrizio Longo ad Angela Brambati di Ricchi & Poveri
Intervista di Patrizio Longo ad Angela Brambati di Ricchi & Poveri

Anche la scelta, per un periodo, di puntare solo su ospiti stranieri, non è stata delle più felici.

Sanremo è diventato un varietà, non è più il Festival della canzone. Conta di più la conduttrice che la gara in sé. Lo spettacolo ha preso il sopravvento sulle canzoni. E poi oggi c’è il consumismo: si sale sul palco con la speranza che il pubblico ti noti e compri il disco il giorno dopo. Il resto conta poco. Ci si veste anche da Godzilla, pur di attirare l’attenzione mentre si canta!

Un sondaggio online ha decretato le vostre canzoni più amate. E le vostre preferite quali sono?

Sarà perché ti amo ci ha regalato un enorme successo internazionale. È impossibile non citarla. Poi, ognuno di noi ha i suoi brani del cuore, ma questa è diventata un simbolo, anche perché come si dice business is business!

Ascolta intervista ai Ricchi e Poveri

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