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Ennio Morricone, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, ha raccontato il suo mondo musicale e creativo, offrendo uno sguardo affascinante sulle sue fonti d’ispirazione e sul legame tra musica e cinema.

Durante l’intervista, Morricone ha spiegato come le sue “muse” siano radicate negli studi, negli amori musicali e nell’esperienza cinematografica, che gli permettono di creare colonne sonore capaci di emozionare generazioni.

Dalla sua collaborazione con Sergio Leone, con cui ha rivoluzionato il genere western, fino al rigore nel rifarsi alla storia della musica per padroneggiare la composizione, Morricone ha condiviso storie e riflessioni sulla sua arte. Ha parlato del mancato lavoro con Stanley Kubrick per Arancia Meccanica e della sua passione per gli scacchi, vissuta con modestia e rispetto per i grandi campioni.

Morricone ha sottolineato che la musica, per essere senza tempo, deve sfuggire alle mode e mantenere un’identità unica, un principio che ha reso le sue opere straordinariamente attuali. La sua visione, che coniuga tecnica e sensibilità, rimane una lezione preziosa per tutti i compositori e appassionati di musica.

Benvenuto Maestro, quali sono le sue “muse” ispiratrici?

Le muse ispiratrici sono gli studi, gli amori musicali che uno ha acquisito e che diventano il nostro sangue. Metabolizziamo tutte queste esperienze i nostri studi, le tecniche, e poi il film.

Ad un certo punto il film diventa importante perché stimola all’eseguire scrivendo il pensiero.

Diversi sono i film che grazie anche alle sue musiche sono un documento storico del nostro tempo. A suo giudizio esiste una differenza fra il comporre musica per film o per cartoni animati?

Non esiste una differenza, dipende poi da che cartoni animati sono. Noi immaginiamo i cartoni animati come quelli molto comici tutti velocizzati, allora li è un altro discorso. Ma se parliamo di cartoni animati moderni come Mosè o la “vita dei Santi” è come se fosse un film.

Maestro un animo sensibile ci parla del DVD “Voci dal silenzio”?

“Voci dal Silenzio” non è un dvd ma solo un cd, non è stato ripreso, è stato ripreso solamente quello di Muti a Ravenna. Quello che ho fatto io a Verona è stata solo una registrazione live. Posso dire che è una delle mie maggiori composizioni al di fuori del cinema, di musica assoluta.

Diversi sono i dischi in vinile presenti nella mia personale discoteca che fanno riferimento alle sue opere. Adesso di fronte a me ho un cd che raccoglie come una fotografia musicale alcune fra le sue principali sonorizzazioni in riferimento ai film. Ci racconta un aneddoto legato ad uno di essi che ricorda con particolare emozione?

Gli aneddoti bisogna ricordarseli e ce ne sono tanti, non sono tutti pronti nella mia memoria. C’era un regista che ascoltava la musica che avevo scritto per il suo film, ed era una musica molto dissonante. Diciamo contemporanea, assoluta e mi disse: “senti fammi riascoltare quel punto dove l’orchestra sembra che si accordi”. Ecco quando si fa la musica contemporanea non si distingue se l’orchestra si accordi o suoni casualmente. Questo è un aneddoto molto carino, ma del regista non farò il nome anche perché è un amico.

È stato amico e compagno di lavoro di Sergio Leone un’affermazione per ricordare il maestro?

Un grande regista sicuramente. Sottovalutato perché ha fatto tanti western ma se uno si accorge che ha fatto “C’era una volta in America” si rende conto che questo aggettivo che io spendo per lui è il minimo.

Vive da alcuni anni nella casa in cui è nato a Trastevere in Roma che rapporto ha con i salotti romani quanto essi hanno influenzato le sue composizioni e quanto ha influenzato le gli stessi?

I salotti romani non hanno influenzato niente, né io ho influenzato i salotti romani, per carità.

Ha all’attivo oltre 450 musiche. Qual è il segreto perché queste realizzazioni sono sempre così attuali?

Intanto quello di non abituarsi a scrivere una musica standard nel senso della moda corrente. Se uno sfugge alla moda, che quando diventa moda è già finita certamente avrà fatto qualcosa che resisterà di più.

Parliamo di hobby. Sappiamo che è anche un grande tifoso un romanista doc. Lei ha sfidato a scacchi alcuni grandi campioni come Kasparov e Karpov?

Ma io non gli ho mica sfidati, non ho la faccia di bronzo. Questi sono dei grandi campioni che mettono a terra giocatori fortissimi, e io non sono un giocatore fortissimo. Io ho partecipato a delle simultanee che loro hanno fatto con dei giocatori come me, non con dei grandi maestri internazionali. Le simultanee si fanno con i giocatori come me, di prima o seconda categoria nazionale, insomma non li ho certamente sfidati, ho solo partecipato alla loro esibizione simultanea.

Parlando di musicisti che studiano la musica come ha fatto Lei ed altri che vanno ad orecchio a suo giudizio esiste una differenza? L’arte la possiamo trovare in entrambi in conclusione studiare la musica o andare ad intuito è solo una tecnica in modo di fare?

Io le dico soltanto che per essere dei compositori sicuri e pronti a tutte le evenienze di una professione come questa, bisogna rifare il percorso di tutta la storia della composizione musicale, dagli inizi fino ai giorni nostri. Quindi cominciare dagli antichi antichi antichi fino ad oggi, poi uno comincia a cercare se stesso, ma prima la tecnica se la deve fare scoprendo quello che è successo e per quale ragione è successo nei nostri predecessori.

È vero che lei avrebbe dovuto realizzare la colonna sonora del film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica?

Sì avrei dovuto farlo, poi non l’ho fatto più perché Leone mi voleva li vicino a lui per fare il missaggio di un film, mi pare “Giù la testa”.

Maestro, la ringrazio per essere stato nostro ospite e spero di riaverla quanto prima in Extranet.

Ma per carità io ringrazio Voi.

Foto Articolo e Copertina: www.enniomorricone.org

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