La Premiata Forneria Marconi racconta del nuovo album live che celebra l’indimenticabile sodalizio tra la PFM e Fabrizio De André, in occasione dell’85° anniversario della nascita del cantautore genovese.
Un lavoro registrato durante il tour 2023/2024, il disco ripercorre i brani più iconici del repertorio di De André, rivisitati con il caratteristico sound progressive della PFM. Un progetto che rinnova una magia nata nel 1978, quando la band trasformò le sue poesie in un’esperienza musicale potente e innovativa.
Un cd disponibile dal 21 febbraio mentre il doppio vinile, per appassionati e collezionisti, sarà disponibile dal 28 di febbraio. Tra i brani in scaletta, classici intramontabili come Bocca di Rosa, La Guerra di Piero, Amico Fragile e Il Pescatore, accanto a capolavori come Il testamento di Tito e La canzone di Marinella.

Progetto di Franz Di Cioccio (voce e batteria) e Patrick Djivas (basso), accompagnati da ospiti speciali come Flavio Premoli, Michele Ascolese e Luca Zabbini.
Con PFM CANTA DE ANDRÉ ANNIVERSARY, la band continua a rendere omaggio a un’amicizia artistica che ha segnato per sempre la musica italiana.
Al microfono di Patrizio LONGO incontriamo Franz Di Cioccio e Patrick Djivas per raccontare di questo viaggio tra suoni, ricordi e amore verso la musica e il rock progressive.
Trascrizione audio intervista alla Premiata Forneria Marconi con Franz Di Cioccio e Patrick Djivas
La Premiata Forneria Marconi racconta del nuovo album live che celebra l’indimenticabile sodalizio tra la PFM e Fabrizio De André, in occasione dell’85° anniversario della nascita del cantautore genovese. Un lavoro registrato durante il tour 2023-2024, il disco ripercorre i brani più iconici del repertorio di De André, rivisitati con il caratteristico sound progressive della PFM. Un progetto che rinnova una magia nata nel 1978, quando la band trasformò le sue poesie in un’esperienza musicale, poetica e innovativa.
Patrizio Longo: Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Franz Di Cioccio, ben trovato e benvenuto su System. Un omaggio potremmo definirlo ad una amicizia artistica che ha segnato per sempre la musica italiana. Franz Di Cioccio il leader della PFM che abbiamo al microfono di System, per raccontare anche qual è stato il criterio con cui avete selezionato i brani per la realizzazione di questo lavoro, del fatto che festeggi la PFM che canta De André in questo anniversario?
Franz Di Cioccio: Beh è bello, noi siamo sempre stati molto particolari nel fare la musica, non facciamo una canzone che deve finire lì, noi generalmente la musica la prendiamo, la muoviamo, facciamo molte cose e quando hai tra le mani una canzone che funziona, che è bella, che ti fa sognare, allora ci lavori e magari fa degli arrangiamenti belli, perché poi la canzone ha una scrittura precisa, diretta che fa l’autore, invece poi gente come noi le prende in mano, comincia a giocarci e vengono fuori delle cose bellissime, questa è un po’ la nostra caratteristica che piace tantissimo al pubblico, perché sanno che c’è la canzone, la canzone di Marinella però la PFM non la farà esattamente come l’hanno creata, questa è un po’ la nostra caratteristica, tutte le volte abbiamo una sorpresa che teniamo fuori come il coniglio dal cappello.

Patrizio Longo: Una sorta di valore aggiunto, ripassami il termine.
Franz Di Cioccio: Sì, un valore aggiunto perché noi siamo musicisti, non ci mettiamo per scrivere le canzoni, quando una canzone ti viene lo senti, lo percepisci e allora la fai, generalmente abbiamo sempre scritto delle belle canzoni, ma ancora più bello quando una canzone tu la vuoi, non dico riaggiustare o riscrivere, no assolutamente, trovi delle cose perché mentre canti la serie in un concerto ti rendi conto che il rapporto che c’è fra chi lo canta e chi lo ascolta è molto bello, è molto fluido, per cui a volte ti conviene prendere un pezzo e lasciarlo libero come io faccio stesso e magari anziché durare due minuti dura sette, è molto bello.
Patrizio Longo: Franz, com’è cambiato il modo di reinterpretare con una diversa maturità, ripassami il termine, ma solo per un dato anagrafico, le canzoni di D’André rispetto ai primi concerti, quelli di fine anni 70, del 79?
D’André ha lavorato con noi proprio perché ha scoperto in noi qualcosa di diverso, avrebbe potuto chiamare chiunque per fare i suoi dischi, però ha scelto noi perché noi eravamo strani rispetto al mondo della musica leggera o della musica come vuoi chiamare, ecco per cui lì è stato un bellissimo congiungimento di persone che hanno delle cose nella mente da voler mettere dentro le canzoni, quindi le nostre canzoni e quelle che abbiamo arrangiato di D’André, non a caso, l’arrangiamento non è solamente per riscriverla ma è anche per fare vivere di più al pubblico quello che stiamo ascoltando, perché lui ha messo la sua storia, ha messo dentro tutto quello che lui ha scritto e noi l’abbiamo fatta vivere leggermente, perché è una canzone che puoi sentire dentro tutti i giorni, te la puoi cantare tutte le volte, quindi questo è stato un bellissimo sodalizio e non lo dimenticheremo mai.
Patrizio Longo: PFM canta D’André Anniversary, è un CD disponibile dal scorso 21 febbraio, mentre il doppio vinile, avete pensato proprio a tutti per gli appassionati e i collezionisti, sarà disponibile nei prossimi giorni. Mi passi Patrick, così continuo questa chiacchiera.
Franz Di Cioccio: ok
Ben ritrovati, siete su System con Patrizio Longo, stiamo chiacchierando con la PFM di questo meraviglioso lavoro che è un tributo alla musica, alla poesia di Fabrizio D’André, all’aspetto eclettico della PFM, al loro modo di essere così reinterpretativi e nuovi allo stesso tempo come ci diceva poc’anzi. Il disco contiene anche Impressioni di settembre reprise tra la track lista che abbiamo letto. Che significato ha la sua presenza all’interno del progetto? E subito dopo andiamo ad ascoltare la canzone.
Franz Di Cioccio: La reprise di questo brano, di Impressione, è per poter uscire indenne dal teatro, praticamente, perché sai alla fine, alla fine tutti ci chiedono, dai Impressione, Impressione, Impressione, allora abbiamo deciso di mettere alla fine di Celebration, che facciamo come ultimo pezzo e come bis, di mettere alla fine, come coda, la frase di Impressione, ma non è tutto il brano, è solo la frase per quello che si chiama reprise.

Patrizio Longo: Ah, ecco, ci hai svelato, ci hai dato un’anticipazione. Patrick, nel 1978, torniamo un po’ indietro nel tempo, il connubio tra PFM e D’André fu una novità assoluta per il tempo, in un momento storico, insomma, dove stava cambiando proprio tutto il costume e la società. Come fu accolto dal pubblico e dalla critica dell’epoca?
Patrick Djivas: Allora, quando è uscito il disco è stato accolto molto bene, molto molto bene.
La cosa che era accolta molto meno bene era la notizia che avremmo fatto un disco con Fabrizio, e lì tutti dicevano a Fabrizio, ma tu sei matto, devi fare un disco con questi qua, ma questi qua suonano talmente forte che non si capirà una parola di quello che dici, ma tutti, tutti, tutti, i giornalisti, i suoi amici, la casa discografica, non so, sarà anche gli animali di casa, probabilmente gli lo dicevano. Cioè, veramente una cosa incredibile, tutti, tutti gli dicevano che era pazzo. E lui, alla fine, gli era totalmente detto che era pazzo, che ha deciso di farlo, perché lui era un po’ bastian contrario, come tutti sappiamo.
Ha detto, ah è così, allora lo faccio. E abbiamo fatto questo lavoro, l’abbiamo fatto anche, visto che lui ci ha messo così tanto tempo a decidersi, eravamo tardi, perché Franco Bramone, il nostro manager, aveva già pre-montato i palazzi dello sport, e invece alla fine l’abbiamo fatto e quindi avevamo poco tempo per fare gli arrangiamenti. E ci siamo divisi tra di noi, così ognuno a casa ha lavorato su tre, quattro brani, cinque brani, in modo di arrivare alle prove già con una struttura, un’idea in testa di come potrebbe essere il pezzo.
E questa è stata una scelta fantastica, una scelta che ha portato grandissimi risultati, perché i brani sono tutti diversi uno dall’altro e anche perché ci abbiamo messo molto poco. Quindi è stato un modo di lavorare. Ma sai, quando una cosa deve venire fuori bene, va tutto bene.
Non so come dire, non c’è una cosa che va contro. Anche le cose più allucinate, le cose che tu dici, ma non è possibile che abbiano fatto. E anche quella era la scelta giusta.
Era tutto una scelta giusta. Era tutto perfetto in quel momento. Era così, tutto perfetto così com’era.
Patrizio Longo: La PFM ha, e quindi avete, segnato un pezzo importante insieme a Fabrizio De André della musica e del costume sociale italiano. Ma come cambiò il modo, se naturalmente lo ricordi, di Fabrizio De André, di vedere la musica dopo l’esperienza fatta con voi, che eravate un’assoluta innovazione per il momento?
Patrick Djivas: Beh, basta sentire i dischi che ha fatto dopo. Era quello che volevo ascoltare, esatto.
Esatto, perché guarda, io ho sempre detto che se noi abbiamo un merito è quello di aver regalato all’Italia vent’anni di Fabrizio De André. E’ vero. E vent’anni della musica più bella che ha fatto.
Esatto. Fino a quel momento lì De André era più di nicchia, era più così un artista da studenti, un po’ di nicchia. Certo.
Con la sua chitarra, così. E poi c’è stato quell’esplosione lì che abbiamo fatto insieme, è diventato lì estremamente popolare. E da quel momento lì lui è andato avanti con quel sistema che avevamo trovato insieme di fare musica, di suonare.
Un tavolino ha bisogno di almeno tre piedi. Certo. Lui ne aveva solo due che erano i testi e la sua voce.
Era bisogno del terzo piede che è stata la PFM. Cioè quindi da quel momento in poi lui ha fatto tutte cose con tre piedi, quattro piedi, cinque piedi, perché aveva capito che la strada era questa. E non solo quello, ma è stato bravissimo a farlo.
Perché Fabrizio era una persona estremamente dotata in tutte le cose che faceva ed era uno che si informava talmente tanto. Difatti quando era in Sardegna, che aveva smesso di cantare, smesso di fare questo mestiere e voleva fare il contadino, lo faceva benissimo. Si era documentato, aveva letto 30 libri e faceva crescere delle cose che anche quelli che erano lì da quattro generazioni non riuscivano a fare crescere.

Patrizio Longo: Scusami se ti interrompo, che bello che ci stai regalando questi contributi veramente sulla storia della musica italiana. Ti stiamo ascoltando con particolare attenzione, prego Patrick. Bene, niente.
Patrick Djivas: Dopo lui ha dato veramente il massimo di sé perché è diventato un pignolo pazzesco, un produttore di se stesso e ha fatto dei lavori molto molto appreciati dopo il disco nostro. Noi eravamo molto felici ogni volta che veniva fuori un disco che era bellissimo, eravamo contenti perché sapevamo che alla base di tutto c’eravamo noi.
Patrizio Longo: Il tempo di ascoltare un altro successo su System e tra poco ritorniamo in diretta con Patrick di PFM a raccontare di questo percorso che ha segnato un’impronta indelebile nella storia e che continua a segnare un’impronta nella storia della musica italiana.
Patrizio Longo: Siete su System, ben ritrovati. Siamo con Patrick Djivas di PFM per chiacchierare di questo tour e di questo lavoro che è in pubblicazione con un doppio vinile prima con un cd adesso con un doppio vinile per appassionati e collezionisti che appunto tributa la storia di Fabrizio De André con la PFM. Una domanda forse troppo confidenziale, la PFM ha mai pensato di collaborare dopo diciamo la collaborazione con De André, con altri cantautori per sperimentare altro?
Patrick Djivas: Dunque c’è stato in realtà qualche approccio anche con Lucio Battisti dove forse la cosa si sarebbe potuta fare però era diverso perché Fabrizio non aveva proprio non è non aveva aveva veramente bisogno perché non c’era mai stato un disco arrangiato non c’era mai stata una cosa quindi avevamo una batteria davanti mentre per altri altri artisti come per esempio Lucio Battisti aveva già fatto delle cose con la musica quindi avremmo dovuto rifarli oppure ri-arrangiare era un po’ più complicato perché erano già stati arrangiati e quindi abbiamo deciso alla fine di non farlo anche perché sai le cose le cose quando vengono fuori in quel modo lì come è venuta fuori con Fabrizio è meglio che siano uniche e di non farle un’altra perché non si sa mai c’è sempre è sempre meglio farne solo una e abbiamo deciso di fare così e ma anche anche con Fabrizio stesso perché il progetto iniziale era di fare quel disco dal vivo e di e di fare dopo il disco in studio e quindi però dopo c’è stato il rapimento, con il rapimento chiaramente non abbiamo potuto fare niente e quindi il progetto ma forse è meglio così perché questa cosa era una tale gemma che è meglio che sia unica rimasta lì e nient’altro è fantastico.
Patrizio Longo: In chiusura del nostro incontro se Fabrizio De André fosse ancora vivo come pensate che vedrebbe questo nuovo album e la reinterpretazione delle sue canzoni oggi?
Patrick Djivas: Si divertirebbe tantissimo senz’altro.
Patrizio Longo: Grazie a Franz e a Patrick per aver raccontato questo momento della storia della musica italiana e questa questa vera e propria poesia ragazzi grazie e buon vento per tutto alla prossima alla prossima.
Patrick Djivas: bene così ciao ciao ciao vi saluto e a presto.
Foto: Ufficio Stampa