Mettiamo a confronto due lavori “La Maison de Mon Rêve” prima e “Noah’s Ark” dopo. Cosa è cambiato stilisticamente parlando. A mio avviso avete intrapreso uno stile più intimista?
Il secondo album è più aperto, più “estroverso”.
“La Maison de Mon Rêve” risulta un auto prodotto. Quanto vi piace sperimentare, creare nuovi suoni?
Sperimentazione è gran parte del nostro processo. Noah’s Ark è ben autoprodotta.
Collaborazioni e stili differenti che si incrociano. In “Noah’s Ark” vediamo la collaborazione di Antony & The Johnsons come è nata questa scelta? E per le altre collaborazioni quale criterio viene usato nella scelta Artistica?
Abbiamo scelto persone molto vicine a noi che ci hanno ispirato alla grande durante questo tempo. Vorremo fare “un matrimonio a 3” con Anthony, ne abbiamo discusso.
Parlando di background se dovessimo curiosare nella vostra discoteca privata quali dischi troveremmo?
Wu Tang, Lil Kim, Nico, Erik Satie, Patrick Wolf, Diane Cluck, William Basinski, Notorius B.I.G., Damian Marley, Bone Thugs ‘n’ Harmony
In questo ultimo periodo avete avuto una serie di tour che hanno dato ai vostri fans la possibilità di ascoltarvi dal vivo. Ricordate un aneddoto con particolare affetto?
Ogni show è un bellissimo momento. Abbiamo avuto con noi un ballerino proveniente da Parigi che ha ballato davanti alle nostre video proiezioni, e abbiamo avuto altri amici sul palco a ballare e cantare
La musica come media. Quale messaggio trasmettono le Cocorosie con questo lavoro?
Createvi il vostro mito personale.