Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Al microfono di EXTRANET incontriamo Enrico Molteni che racconta l’avventura di Tre Allegri Ragazzi Morti.

Perché questo singolare nome a rappresentarvi?

Perché siamo frutto di una matita e di una storia a fumetti che parla degli adolescenti di oggi.

Esiste un equilibro fra il termine “allegri” e Morti”. Una semplice casualità?

È una figura retorica che si chiama ossimoro, ed effettivamente è un gioco alla ricerca dell’equilibrio tra due estremi.

Tre Allegri Ragazzi Morti

Il voler indossare delle maschere è un modo per ripercorre alcuni momenti storici della musica di fine anni ’70?

No, è sempre legata all’immaginario fumettistico e alla non-immagine caratteristica del nostro gruppo.

Avete delle “ossessioni”?

Sì, le domande come questa! A parte gli scherzi, direi nessuna ossessione particolare.

Qual’è la vostra “Seconda rivoluzione sessuale…”. Titolo anche del nuovo lavoro?

Il titolo è il riassunto del disco in una frase, diciamo che è il sesso è una linea rossa che lo attraversa dall’inizio alla fine.

E’ della cover sul nuovo lavoro cosa mi raccontate?

La cagna nera mascherata su sfondo rosa?

È un disegno di Davide, c’è una canzone nel disco che parla di quell’adorabile animale.

Diversi i Live che avete realizzato. Queste esperienze a cosa vi sono servite?

Diversi per dire tanti? Siamo attorno ai mille, diversi non è proprio la parola giusta! L’insieme di tutti i live ha creato ciò che siamo, dei nomadi.

A vostro avviso quale il motivo per il quale il rock italiano è poco ascoltato all’estero?

È principalmente un problema di lingua. A noi non piace il rock in croato e ai croati non piace il rock in greco. L’inglese è la lingua del rock, punto e basta.

Rispetto al vostro primo lavoro cosa è cambiato nello stile?

Siamo un po’ più concentrati sui suoni e sulle melodie, direi una crescita sana e direzionata verso un certo tipo di scrittura poetica.

Foto: Ally

😀 Cosa ne pensi?

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Il contenuto della pagina è protetto.
error: