Al microfono di EXTRANET incontriamo Enrico Molteni che racconta l’avventura di Tre Allegri Ragazzi Morti.
Perché questo singolare nome a rappresentarvi?
Perché siamo frutto di una matita e di una storia a fumetti che parla degli adolescenti di oggi.
Esiste un equilibro fra il termine “allegri” e Morti”. Una semplice casualità?
È una figura retorica che si chiama ossimoro, ed effettivamente è un gioco alla ricerca dell’equilibrio tra due estremi.
Il voler indossare delle maschere è un modo per ripercorre alcuni momenti storici della musica di fine anni ’70?
No, è sempre legata all’immaginario fumettistico e alla non-immagine caratteristica del nostro gruppo.
Avete delle “ossessioni”?
Sì, le domande come questa! A parte gli scherzi, direi nessuna ossessione particolare.
Qual’è la vostra “Seconda rivoluzione sessuale…”. Titolo anche del nuovo lavoro?
Il titolo è il riassunto del disco in una frase, diciamo che è il sesso è una linea rossa che lo attraversa dall’inizio alla fine.
E’ della cover sul nuovo lavoro cosa mi raccontate?
La cagna nera mascherata su sfondo rosa?
È un disegno di Davide, c’è una canzone nel disco che parla di quell’adorabile animale.
Diversi i Live che avete realizzato. Queste esperienze a cosa vi sono servite?
Diversi per dire tanti? Siamo attorno ai mille, diversi non è proprio la parola giusta! L’insieme di tutti i live ha creato ciò che siamo, dei nomadi.
A vostro avviso quale il motivo per il quale il rock italiano è poco ascoltato all’estero?
È principalmente un problema di lingua. A noi non piace il rock in croato e ai croati non piace il rock in greco. L’inglese è la lingua del rock, punto e basta.
Rispetto al vostro primo lavoro cosa è cambiato nello stile?
Siamo un po’ più concentrati sui suoni e sulle melodie, direi una crescita sana e direzionata verso un certo tipo di scrittura poetica.
Foto: Ally