Musica indipendente con tanta voglia di farsi conoscere. Sono i Margot a raccontare questa giovane esperienza, che li ha visti al fianco di alcuni fra i nomi più noti della scena indie rock, la scorsa estate e lavorare nel frattempo ad un nuovo album.
Inoltre decidono di provare anche l’avventura a Sanremo partecipando alle selezioni.
Dove nasce il progetto Margot?
Nasce per caso, da quella che doveva essere una situazione temporanea. Quando ancora non ci chiamavamo Margot, rimanemmo senza cantante, ed il nostro chitarrista ritmico, ne prese il posto ‘ad interim’ in attesa di una nuova voce. Ma quella situazione di passaggio ci sembrò convincente e iniziammo a lavorare così al nuovo progetto.
Il nome della Band tributa un personaggio esistente?
Non proprio, il riferimento è alla fidanzata del celebre personaggio dei cartoni animati Lupin III. Ci sembrò un nome simpatico e semplice da ricordare.
Quando si conoscono i Margot?
I Margot, come amici, si conoscono da dieci anni. Avevamo iniziato a suonare al liceo, ma poi i nostri percorsi musicali si sono divisi sino a poco più di due anni fa.
Come definireste il vostro stile?
Un rock melodico che non disdegna l’aggettivo ‘pop’.
Un’estate molto calda quella che avete trascorso suonando sui palchi con alcuni dei principali nomi del indie rock. Cosa vi ha fatto capire questa esperienza?
Ci ha fatto capire diverse cose. In primo luogo che, oltre al talento, solo una maniacale cura e attenzione per il dettaglio e professionalità permette di fare il salto di qualità. Inoltre ci ha fatto capire che ci vuole tanta umiltà e che la gavetta è spesso lunga e costellata di insuccessi come ci ha spiegato con grande empatia e disponibilità Francesco Bianconi dei Baustelle.
Abbiamo ancora tanto da imparare,ma in queste occasioni ci siamo resi conto di non abbiamo ansie o timori da palcoscenico. Ognuno di questi eventi è poi veramente stimolante e incoraggia a migliorare sotto il punto di vista scenico e di personalità.
State provando a partecipare alle selezioni del Festival di Sanremo. Cosa vi aspettate?
Nulla. Tutto quello che verrà sarà un di più, ma sarebbe bello portare una ventata di Liguria,una regione che offre scarse opportunità e imbriglia le ambizioni,al festival.
Pensiamo inoltre che sia molto utile mettersi alla prova con la costruzione di un pezzo “perfetto”,magari anche con qualche compromesso rispetto al nostro orientamento stilistico.
Anche un cd in preparazione che sarà lanciato ad un prezzo speciale?
Il cd, tutto rigorosamente autoprodotto, è in via di stampa e sarà distribuito a un prezzo realmente basso per incentivare la conoscenza della nostra musica, consapevoli della difficoltà di rendersi noti senza una adeguata promozione. Sarà disponibile dal 27 ottobre sulla piattaforma I-Tunes.
Come nascono le vostre canzoni?
Quando ci viene l’ispirazione proponiamo una linea melodica composta personalmente, chitarra e voce. Questo è il punto di partenza dal quale tutti insieme, cominciamo a modificare ed arrangiare.
Se un giorno dovreste fare un cd tributo a chi rivolgereste l’attenzione?
Ci piacerebbe confrontarci con i primi pezzi dei Rollin Stones, ma per paradosso per fare un tributo ci vogliono delle nuove e grandi idee di rielaborazione di un dato artista, per non cadere nel banale. Per questo al momento è un idea troppo impegnativa anche solo da ipotizzare.