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L’informazione on line detta nuove regole nel mondo dell’editoria e crea nuovi modelli di riferimento. E’ il Nanopublishing fenomeno partito dalla blogosfera che in breve tempo ha creato una “rivoluzione” mediatica nel mondo dell’informazione.

Nel gennaio 2003 il “Guardian” definiva il fenomeno come un "nuovo modo di usare i blog per creare una sorta di media più snelli dalla lettura verticale".

A questa definizione aggiungerei anche che la rete permette di ricavare delle nicchie di cultura specifica dove converge il sapere dei bloggers.

L’etimologia Nanopublishing deriva dal termine “Nano” che sta ad indicare un sistema d’informazione snello e leggero, senza obblighi dati dalla comunicazione tradizionale spesso assoggettata a regole di mercato ben definite e a volte poco veritiere e da “Pubblishing” l’editoria “spicciola” sincera, diretta capace di interpretare i nuovi modelli comunicativi.

L’arte del Nanopublishing è da intendere come una nuova forma di giornalismo. Il nanopublisher crea una rete di impegno condiviso e l’informazione trova un ambiente confortevole dove risiedere.

La possibilità di avere questi contenuti in rete permette ai fruitori di lavorare in un ambiente a carattere altamente collaborativo e specifico presentando spesso lavori di qualità.

Se analizzassimo questo fenomeno da un punto di vista economico dovremmo anche parlare dei vari Network di pubblicità che aumentano le intersezioni nella rete permettendo all’Autore un guadagno sulla propria attività di ricerca. Spesso il guadagno realizzato viene utilizzato al mantenimento del sito.

Alcuni esempi di nanopublishing in Italia li troviamo nella community di Blogo.it che divisa per aree tematiche permette a singoli nanopublisher di postare i propri contenuti dietro un corrispettivo in denaro.

Altri esempi di nanopublishing non comunitario ma individuale si possono trovare nello spazio di Fabio Calvigioni varie argomentazioni fra musica e tech, Andreabeggi.net dove si discutono argomentazioni sulla rete, il Disinformatico rivolto alle innumerevoli notizie false o bufale che circolano in rete, Criativity.com il blog della giornalista Cristina Siveri Tagliabue, l’elenco potrebbe risultare infinito questi alcuni esempi.

A questo punto mi sembra poter dare una risposta alla mia domanda. Il sottoscritto è un Nanopublisher.

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